POP-HOOLISTA! Il movimento 5 stelle, e noi?

bastidasA 61 anni è morto oggi Gianroberto Casaleggio, fondatore e, soprattutto, ideatore del discorso politico di quel Movimento 5 stelle che in pochissimi anni è riuscito ad intercettare il consenso di buona parte degli italiani.
Non è della sua figura, peraltro controversa, che è interessante oggi parlare, ma dell’opzione politica che lui e il suo (nel reale senso della parola) Movimento sono riusciti a portare in campo in Italia, ben poco compresa da una sinistra persa a rincorrere sè stessa piuttosto che il popolo del proprio paese, di cosa rimarrà di questa storia e di come un discorso politico di sinistra possa subentrare in un (eventuale?) spazio oggi ben occupato dalla narrazione dei grillini nostrani.
Orgogliosamente populista, Casaleggio è stato colui che in Italia ha in qualche modo tradotto nei fatti la “ragione populista” di laclauliana memoria, interpretata in altri paesi (in particolar modo in America Latina e Spagna) da partiti più marcatamente popolari, costruendo il proprio consenso attorno alla lotta contro la “casta”, all’individuazione di un nemico chiuso nei palazzi del potere; nemico che, di converso, permetteva alla “gente comune” di auto-riconoscersi come gruppo sfruttato da logiche di potere loro estranee. Il tutto rappresentato dal leader mediatico, Beppe Grillo, che in sè racchiudeva simbolicamente e plasticamente la battaglia contro i politici corrotti.
Un discorso politico che ha (per ora?) vinto la battaglia dell’egemonia nella società italiana. Un discorso che è in effetti diventato l’ossatura simbolica della politica italiana, la linea di campo cui si distribuiscono le posizioni in gioco, cui tutti gli attori in campo (e il governo Renzi, con la sua retorica “nuovista”, ne è un esempio plastico), volenti o nolenti, in accordo o in contrasto, non possono che riferirsi, o addirittura adeguarsi. E non è un caso, nè un complotto, ma banalmente il risultato della vittoria della “battaglia delle idee” che anche la cultura pop italiana sia oggi la prima a portare avanti questa linea di campo, da Fedez a Dario Fo, da Rocco Hunt a Piero Pelù, tutti in campo per il riscatto del popolo e della gente comune contro la casta che mangia a nostre spese.
Un ottimo lavoro, che ci piaccia oppure no. Un ottimo lavoro oggi messo a rischio dalla scomparsa dell’ideologo di riferimento? In realtà, già da qualche tempo il partito di Beppe Grillo sta perdendo molto del suo appeal iniziale, forse in mancanza di un Casaleggio già fiaccato dalla malattia, o, più probabilmente, per la parabola discendente che ogni opzione populista prova in mancanza di un salto di qualità, nell’innovazione del discorso o nell’efficacia dei fatti, man mano che invecchia quella linea divisoria racchiusa nella retorica anti-casta. L’Italia del 2016 non è d’altronde più quella del 2013.
Nuovi spazi, anche in Italia, sembrano oggi aprirsi per la costruzione di un nuovo discorso politico egemonico che possa recuperare il consenso della società, del popolo, su temi e su obiettivi che maggiormente ci aiutino nell’abbattimento dello stato di cose presenti, del sistema economico capitalista. A patto che la sinistra e i comunisti, immobilizzati da anni in discussioni interne tese a rappresentare solo i pochi che già si riconoscono in tali ideologie, allarghino il campo e finalmente discutano di quale linea di campo, di quale nemico individuare, di quale fronte popolare di conseguenza costruire.
Gli spazi, i temi, le possibilità sono molte. La battaglia del 99% contro l’1% può, e deve, essere declinata anche in Italia. I temi del lavoro, intesi non come i diritti di chi il lavoro già lo ha ma come il più prorompente (e antico!) tema del diritto al lavoro per tutti e tutte (autoctoni e non), la battaglia contro una classe dirigente esclusivamente parassitaria, possono diventare le “linee del fronte” entro cui costruire, di converso, una solidarietà di popolo e, ancora oltre, una coscienza di classe.
Il tempo è ora. Lo spazio è qui. Non possiamo più rimandare.

CLAUDIA CANDELORO

Portavoce Nazionale Giovani Comunisti/e

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