La tessera nazionale dei Giovani Comunisti/e per il 2016 riporta la citazione di Giordano Cavestro, giovane partigiano attivo a Parma e giustiziato il 4 maggio 1944 a Bardi. Ma chi era Giordano Cavestro?
Giordano Cavestro, nome di battaglia Mirko, figlio di Adriano, un sorvegliato politico fuggito da Bologna perché perseguitato dalle camicie nere a causa dei suoi ideali comunisti. Giordano si dimostra ribelle già a 15 anni, quando pubblica e diffonde un giornalino antifascista nella sua scuola il Liceo classico cittadino “Romagnosi”, tre anni dopo è uno dei fondatori del Fronte della Gioventù a Parma, l’organizzazione giovanile degli antifascisti.
Nel 1944 è attivo nel distaccamento “Griffith” della 12a Brigata Garibaldi, il 15 aprile dello stesso anno, a causa della soffiata di due infiltrati, i tedeschi circondano il rifugio del distaccamento, negli appennini parmensi, dopo una sparatoria Giordano viene arrestato insieme ad altri 53 partigiani. Portato a Parma presso la sede della Brigata Nera in via Walter Branchi, si rifiuta di rivelare informazioni compromettenti sui suoi compagni partigiani. Condannato alla fucilazione il 20 aprile, la pena venne inizialmente sospesa da Mussolini stesso su richiesta delle autorità locali preoccupate dalle forti proteste della popolazione radunatasi nella piazza del tribunale. Alcuni giorni dopo però, per rappresaglia, Giordano ed altri 4 partigiani vengono fucilati a Bardi, il Segretario federale, la cui telefonata fu intercettata da due telefonisti antifascisti, richiese esplicitamente a Mussolini l’inserimento del nome di Cavestro nella lista dei condannati a morte poiché “figlio di un noto antifascista”.
Il partigiano Mirko fu insignito con la medaglia d’oro al valor militare alla memoria, riportiamo qui, per chi volesse condividerla, la lettera completa con le ultime parole di Giordano Cavestro, riportate anche sulla tessera GC 2016:
“Cari compagni, ora tocca a noi, Andiamo a raggiungere altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d’Italia. Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l’idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella. Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile. Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care. La mia giovinezza è spezzata, ma sono sicuro che servirà da esempio. Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà”.
Giordano, fu un ragazzo determinato e coraggioso, non esitò sfidare le autorità per provare cambiare il mondo, un ragazzo costretto dalla violenza fascista a pagare con la vita per il proprio desiderio di libertà e di liberazione collettiva. Ci piace ricordare anche la seguente lettera del partigiano Mirko, una lettera nella quale, in poche righe, ci ricorda le ragioni e gli ideali che lo spinsero a lottare e ci dice che cosa potesse essere per lui il comunismo, con le parole semplici ma efficaci di un ragazzo di 19 anni: “Non deve esistere il ricco, né deve esistere il povero, ma deve esistere l’uomo senza alcuna differenza di gradi. Devono esistere i beni comuni!” Così vorremmo ricordare Giordano Cavestro, come un giovane, un comunista, un partigiano, che non si è mai dato per vinto e che ha lottato e combattuto fino alla fine.
Questa sua breve biografia, ci ricorda come i protagonisti della Resistenza fossero giovani uomini e giovani donne, le cui vite furono distrutte dalla barbarie della dittatura nazifascista e segnate dall’orrore della guerra. Giovani uomini e giovani donne non più disposti a subire, giovani uomini e giovani donne pronti a lottare, spinti dalla volontà di liberare l’Italia dal giogo fascista, pronti a lottare per provare a costruire un paese ed un mondo migliore, di libertà, di pace, di serenità, di uguaglianza e giustizia sociale, per tutti. In tempi in cui razzismi, guerre e fascismo minacciano ancora oggi le nostre precarie esistenze; in tempi in cui il revisionismo e la restaurazione assumono le forme de “il nuovo che avanza”, recidendo le radici storiche, culturali e politiche che hanno animato la Resistenza; in tempi in cui il capitalismo neoliberista minaccia le conquiste sociali ottenute in decenni di lotte dei lavoratori, è importante che le nuove giovani generazioni ritrovino il coraggio, la forza e la determinazione per organizzarsi, lottare, parteggiare… per sentirsi tutti partigiani!
Abbiamo un mondo da guadagnare! Ciao Giordano, grazie.
Giovani Comunisti/e Parma