6 giorni di sospensione ma con obbligo di frequenza : è questa la sanzione che la preside dell’istituto alberghiero Scappi di Casalecchio (Bologna) ha inflitto a 14 studenti. La loro grande colpa? Essersi rifiutati di compilare i tristemente noti test invalsi, partecipando alla protesta contro il nuovo simbolo della mercificazione dei saperi, della standardizzazione delle conoscenze, dell’aziendalizzazione della scuola pubblica.
Si tratta di un fatto di una gravità inaudita, un vergognoso attacco ai diritti degli studenti, a cui si aggiunge l’inquietante aspetto della totale illegittimità del provvedimento : gli studenti non possono essere obbligati a complilare i test che non dovrebbero costituire neppure oggetto di valutazione.
Ma non è finita qui, perché la zelante preside ha stabilito per il 30 maggio il termine del provvedimento, dichiarando di voler convocare i componenti dell’organo di garanzia degli studenti in data.. 31 maggio!
Oltre il danno anche la beffa.
L’altra faccia della Buona Scuola del governo Renzi dunque si chiama repressione del dissenso ,con provvedimenti e sanzioni degni di un Paese dove non solo si distrugge la funzione della scuola pubblica, ma si evita anche il normale iter di confronto con gli organismi della rappresentanza : forse gli ultimi pezzi di democrazia scolastica interna sono un ostacolo per chi vuole gli studenti come numeri e codici, niente più che strumenti che siano funzionali alla valutazione degli istituti, dei docenti e a questo apparentemente inesorabile processo di decomposizione della scuola e della sua componente più importanti : gli studenti, i protagonisti della vita scolastica.
Noi non possiamo oggi limitarci ad una semplice solidarietà agli studenti dell’istituto Scappi e a tutti coloro che sono vittima di un sistema miope e ottuso. Come già abbiamo fatto con la partecipazione alle mobilitazioni contro gli Invalsi, saremo al fianco di chi subisce illogiche minacce al solo scopo di intimorire le menti ed allineare i pensieri, omologando le capacità critiche e schiacciando la coscienza e lo spirito di messa in discussione da parte degli studenti. Continueremo a sorvegliare su questi episodi e chiediamo fin d’ora non solo la cancellazione del provvedimento (che ovviamente si traduce nella non presa in considerazione di esso nella valutazione finale) per gli studenti dell’istituto Scappi, ma pretendiamo chiarezza anche nelle informazioni date agli studenti rispetto alla facoltà che essi hanno di non compilare i test, dei quali continuiamo a chiedere l’abrogazione totale ed immediata a partire dal prossimo anno scolastico. Ci mettiamo a disposizione di tutte e tutti coloro che subiscono queste situazioni, con tutti i nostri mezzi a disposizione.
La protesta non si ferma, gli Invalsi vanno cancellati : per l’autodeterminazione degli studenti, per la libertà della scuola pubblica.
Filippo Vergassola- Resp. Scuola Università Giovani Comunisti/e