Che fine hanno fatto le indennità di partecipazione dei tirocinanti al programma Garanzia Giovani?

Il progetto Garanzia Giovani si sta dimostrando une vera e propria truffa ai danni dei giovani. L’impianto è quello di istituzionalizzazione della precarietà il cui fine reale è “lavorare” la persona per abbatterne le aspettative e i diritti e renderla merce disponibile per l’impresa. Infatti i dati parlano chiaro. Se di garanzie di lavoro per i giovani ce ne sono poche, costretti a lavorare per più di 8 ore al giorno per un misero stipendio, per quanto riguarda sfruttamento e lauti affari per le agenzie interinali e per le imprese, il piatto è ricco. Le voci dei disoccupati insoddisfatti aumentano, così come l’amarezza e quel sentimento di sconfitta che sempre più dilaga tra i giovanissimi che vorrebbero costruirsi un futuro sereno. Resta da chiedersi allora se non sarebbe più utile utilizzare i fondi proposti dall’Unione Europea per una introduzione a tappeto del reddito minimo garantito, o un salario minimo europeo, che potrebbe rappresentare una vera garanzia contro il ricatto della disoccupazione e della precarietà. In questo modo, si farebbe un primo passo per uscire dalla gabbia del “welfare familiare” italiano, su cui si scarica buona parte delle tensioni e dei costi sociali, allineando il nostro sistema di tutele sociali alle migliori esperienze del Nord Europa; si darebbe inoltre la possibilità di ridurre indirettamente “l’esercito di riserva” dei disoccupati, che non fa altro che abbassare ulteriormente il livello delle retribuzioni, e si aumenterebbe infine la capacità di spesa dei cittadini, con effetti benefici per l’intera economia. Chi ci governa deve sapere e dare le risposte a migliaia di ragazzi che vogliono contribuire alla crescita della propria terra. Non costringeteci ad emigrare.

 

Che fine hanno fatto le indennità di partecipazione dei tirocinanti al programma Garanzia Giovani

È la domanda che si stanno ponendo migliaia di giovani pugliesi che, da circa due settimane, controllano invano i bollettini ufficiali della Regione Puglia sperando di trovare il proprio nome nelle liste di chi deve ricevere il pagamento per il proprio tirocTarantoinio. Ma ancora niente!
Tantissimi ragazzi lavorano nelle imprese pugliesi (lo chiamano “tirocinio”, ma spesso è una vera e propria attività lavorativa), ai quali la Regione riconosce il rimborso spese di 900€ ogni bimestre; la lista che autorizza il pagamento viene pubblicata una volta a settimana e, se si è fortunati a rientrare negli aventi diritto, bisogna aspettare in media altre due settimane che l’INPS effettui materialmente il pagamento.
La Regione Puglia non riesce a gestire le pratiche di tutti i tirocinanti, ad esempio il primo bimestre è stato pagato per le richieste inviate fino al 15.04, mentre il secondo e terzo rispettivamente per richieste pervenute fino al 15.03 e 28.02!
E se si prova a chiamare la Regione? Al numero verde rispondono che “stanno lavorando”; di fatto, però, le segnalazioni fatte attraverso il portale vengono ignorate, gli enti di formazione e le agenzie interinali che hanno istituito le pratiche dei tirocini non hanno avuto nessuna comunicazione ufficiale se non quella di non attivare più tirocini.
Il problema è ormai presente da mesi e a novembre l’assessore Leo ha dichiarato che il ritardo è dovuto a questioni burocratiche ed ai controlli che vanno effettuati trattandosi di soldi pubblici, ma che gli uffici competenti avrebbero risolto le problematiche connesse all’erogazione delle indennità. Purtroppo la situazione sembra anche peggiorata, ed il programma che dovrebbe servire per la “lotta alla disoccupazione” non è altro che un’altra fonte di precarietà.
Il governo regionale non ha mosso un dito per risolvere la questione, gestendo di fatto in modo assolutamente inopportuno i fondi arrivati dall’UE: un piano di lotta alla disoccupazione dovrebbe servire a creare le condizioni per far si che le imprese possano assumere con un contratto “vero” i giovani disoccupati, mentre in Puglia quei soldi sono stati usati per creare dei tirocini malpagati e precarietà.
Le assunzioni? Nonostante le ingenti agevolazioni e sgravi fiscali, sono state un miraggio come si può constatare dai report di monitoraggio pubblicati dalla Regione stessa.
C’è da domandarsi a questo punto che senso ha Garanzia Giovani se non si riesce a garantire il regolare pagamento delle indennità. Il governo regionale ha una 
grande responsabilità
: la lotta alla disoccupazione  non si può portare avanti permettendo alle imprese di sfruttare i giovani, spesso anche già qualificati e con esperienze lavorative alle spalle, a costo zero senza vincoli di nessun tipo e senza nessuna vera “garanzia” per tutti i ragazzi che cercano un lavoro.

Giovani Comunisti

Federazione di Taranto

Commento:
Remo Pezzuto coordinamento nazionale GC
Dipartimento lavoro

 

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