La Federazione dei Giovani Comunisti/e di Taranto esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia di Giacomo Campo, giovane operaio della Steel Service, ditta appaltatrice dell’Ilva di Taranto, che questa mattina è rimasto schiacciato da un rullo mentre faceva manutenzione ad un nastro trasportatore. Giacomo aveva la nostra età, è morto mentre svolgeva il suo lavoro. L’ennesimo morto mentre lavorava in una fabbrica commissariata, con impianti sotto sequestro, oggetto di dieci decreti legge da parte del Governo, il quale non investe denaro per ristrutturare lo stabilimento e renderlo sicuro per i lavoratori e per i cittadini.
Ma non accade solo a Taranto. Gli incidenti sul lavoro sono in vergognoso aumento: che accadano nella più grande acciaieria d’Europa, oppure nel capannone dell’Atac di Roma, dove oggi un operatore è rimasto folgorato mentre riparava un pantografo, poco importa.
Sul territorio nazionale, come denuncia l’Osservatorio Indipendente di Bologna sulle vittime del lavoro, dal primo Gennaio 2016 si sono registrati 940 morti per infortuni, di cui 463 sui luoghi di lavoro. Una cifra spaventosa, dietro alla quale si celano vite spezzate, famiglie dilaniate dal dolore che si ritrovano spesso ad affrontare situazioni di difficoltà anche economiche. Nella provincia di Taranto, il lavoro va scomparendo e il poco che resta, come quello rappresentato nella “Grande Fabbrica”, è spesso spogliato delle necessarie e obbligatorie misure antinfortunistiche.
La Repubblica italiana riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro, come afferma che il diritto alla salute sui luoghi di lavoro è da garantire in quanto bene comune e connotato imprescindibile della nostra civiltà. L’inaccettabile aggiunta di Giacomo Campo, dopo quella di Alessandro Morricella, investito dalla ghisa liquida e quella di Cosimo Martucci, schiacciato da un tubo di ghisa, alla lunghissima lista dei morti di lavoro ci dimostra che non è così.
Chiediamo con veemenza alle istituzioni locali e agli organi preposti un maggiore impegno sul fronte della sicurezza sul lavoro. Non possiamo continuare a limitarci alla dovuta e naturale indignazione e all’espressione di solidarietà ai famigliari. Dobbiamo mobilitarci per esigere un immediato miglioramento e rafforzamento di tutti gli strumenti necessari per garantire sicurezza ai lavoratori e alle lavoratrici. A partire dai contratti e dal rispetto delle normative vigenti in materia di prevenzione, dobbiamo fermare la strage in atto sui posti di lavoro.
Finché il governo non invertirà l’ordine delle priorità, ponendo in cima la sicurezza dei lavoratori e solo dopo il profitto dell’impresa, nessuno sarà al sicuro. Il modo migliore di rendere giustizia per questo ennesimo omicidio “bianco” è di adottare subito tutte le misure necessarie a tutelare la vita della gente che lavora. Un paese che espone i suoi lavoratori a rischi mortali è un paese senza futuro.
Valentina Basta – Coordinatrice Giovani Comunisti/e Taranto
Remo Pezzuto – Coordinamento Nazionale Giovani Comunisti/e