Chi si aspettava che in queste settimane il governo e la maggioranza che lo sostiene si occupassero solo della campagna per il referendum sulla manomissione della Costituzione, si sbagliava.
Tra qualche vuoto spot elettorale in televisione e una buona dose di manganellate a chi si permette di esprimere dissenso, il governo Renzi sta scrivendo un’altra pagina della sua triste storia.
Nella legge di bilancio del 2017, sarà probabilmente previsto un finanziamento di 115 milioni di euro alle scuole paritarie. Viene da pensare : un altro? non può essere vero.
E invece al peggio non c’è mai fine, e leggiamo di 25 milioni euro di contributo aggiuntivo alle scuole (non statali, ovviamente) dell’infanzia, con un allargamento progressivo della detrazione fiscale per chi iscrive i figli nelle scuole private.
Il governo ci aveva già provato, inserendo nella Buona Scuola un tetto massimo di detraibilità pari a 400 euro.
Ma l’istruzione privata non decolla nei numeri delle iscrizioni, quindi il governo Renzi, invece di fermarsi a riflettere, che fa? Semplice, raddoppia. Come? facile : previsione di un tetto massimo di detraibilità che arriva ad essere doppio, 800 euro, entro il 2018 per le scuole non statali.
Oggi i crolli strutturali dei plessi scolastici sono la più fedele immagine di un crollo complessivo del sistema di istruzione pubblico, con i tagli ai corsi e le risorse sempre più ridotte e mal distribuite. Le deportazioni degli insegnanti da una parte all’altra del Paese, magari per una breve supplenza e poi di nuovo nell’inferno del precariato, un’offerta formativa aziendalizzata con i poteri del preside manager e il pessimo strumento dell’alternanza scuola-lavoro : un sistema scolastico devastato dalle riforme degli ultimi anni.
A fronte di tutto questo, invece di attuare il dettato costituzionale e pensare a un piano di rifinanziamento e di intervento pubblico strutturale sull’istruzione, il governo Renzi pensa a rifinanziare le scuole private, ovviamente attingendo dalle casse pubbliche.
L’autunno ci deve vedere impegnati tutti, a proporre una contestazione allargata a questo modello e a costruire l’alternativa per una scuola pubblica, laica, non soggetta a privatizzazioni, lobby e mercificazione.
Una scuola libera e accessibile a tutti, una scuola che reagisca a questo ennesimo attacco.
FILIPPO VERGASSOLA-Resp. Scuola e università Giovani Comunisti/e