LUCIANO VIOLANTE FA LEZIONE ALL’INSUBRIA: COME VIOLARE LE REGOLE DELLA DEMOCRAZIA, ANCORA UNA VOLTA

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 09-11-2015 Roma Politica Camera dei Deputati. Convegno "Prevenzione della corruzione nella riforma della Pubblica Amministrazione" Nella foto Luciano Violante Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 09-11-2015 Rome (Italy) Politic Chamber of Deputies . Conference "Prevention of corruption in public administration reform" In the pic Luciano Violante

Luciano Violante all’Insubria. L’ex Presidente della Camera dei Deputati, apertamente schierato per il SI al referendum costituzionale del 4 dicembre, terrà a pochi giorni dal voto una lectio magistralis sulla necessità di modificare la Carta Fondamentale, ovviamente senza contraddittorio. In particolare la “lezione” si terrà il 17 novembre, giornata del diritto allo studio. Verrebbe da dire: oltre il danno, la beffa.

E sarebbe tutto nella norma di una campagna elettorale governativa incentrata sulla violazione ripetuta della par condicio, con tutte le reti televisive che inondano quotidianamente i cittadini italiani di pubblicità per il voto affermativo allo stravolgimento della Costituzione (pochi giorni fa Rete4 di Mediaset è stata multata per aver dato il 70% del tempo al SI – ma non era la TV del cattivo Berlusconi schierato per il NO?). Invece compare l’obbligo per tutti i dottorandi in materie giuridiche di partecipare all’incontro.
Il Fatto Quotidiano riporta il testo della mail inviata agli studenti: “Si precisa che l’incontro è da considerarsi obbligatorio per i dottorandi dell’area giuridica e fortemente consigliato per tutti gli altri con l’unica eccezione di coloro che, risiedendo lontano, incontrassero difficoltà nel trasferimento”.

Si tratta di un indegno schieramento dell’Università dell’Insubria a favore di un preciso voto al referendum, un’inaudita presa di posizione da parte di un ente accademico pubblico che non dovrebbe far campagna elettorale. Hanno un bel dire gli autori di questo misfatto che in realtà non vi è obbligo, che Violante parlerà da professore senza esprimere pareri a favore della Riforma. In realtà gli autori dell’invito sono anch’essi firmatari dell’appello per il Sì al referendum. Appare evidente la volontà del Partito Democratico, incapace di gestire una campagna in ambiente democratico e di sostenere il minimo confronto che prescrive un regime non autoritario, di truccare la partita obbligando gli studenti a sentire solo le ragioni del SI.

Chiediamo che l’incontro sia annullato e – in caso venga svolto – riprogrammato ospitando anche un esponente del NO al referendum costituzionale (ci sono svariati costituzionalisti che si possono invitare, compresi Presidenti emeriti della Corte Costituzionale che hanno senz’altro più legittimità di un politico che deve spingere la sua idea indipendentemente dal bene del Paese). Quello a cui stiamo assistendo è uno spettacolo indecoroso, indegno di un Paese democratico: l’università deve essere luogo di confronto e dibattito, non teatro di passerelle di politici che fanno campagna per il governo e per la pessima riforma costituzionale. Il contraddittorio non è gradito né all’Università dell’Insubria né altrove: l’unica voce che deve trovare ascolto è quella di chi è asservito agli interessi di questo governo che ogni giorno , se ancora ce ne fosse bisogno, rivela la sua vera natura: autoritaria, sorda alle istanze e alle richieste di chi esprime dissenso, completamente incapace di ascoltare e confrontarsi con il Paese che chiede la reale attuazione ed applicazione della Costituzione, ed è contro lo stravolgimento di essa.

All’Università dell’Insubria e negli altri atenei di tutta Italia, porteremo le ragioni del NO, e continueremo a denunciare i mezzucci davvero miseri di un governo che, spaventato dal dissenso popolare crescente, organizza ipocrite iniziative per far crescere il gradimento in una riforma neoautoritaria e che svuota ancora di più i diritti e la sovranità del popolo.

Stefano Rognoni, coordinatore Giovani Comunisti/e Como
Filippo Vergassola, resp. scuola e università Giovani Comunisti/e

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