Cari compagni e care compagne,
in questi mesi di duro lavoro abbiamo tutti/e compiuto sforzi importanti per rendere il fronte della nostra organizzazione più efficace, compatto e capace di parlare con un voce sola nonostante le fisiologiche discussioni interne che riteniamo essere prova della salute intellettuale e della democrazia interna dei/delle Giovani Comunisti/e.
In virtù di questo impegno collettivo quotidianamente rinnovato siamo riusciti/e ad affrontare con decisione e protagonismo la stagione politica in atto e l’avvento dell’autunno entrante partecipando massicciamente al corteo del 22 ottobre a Roma, costruendo importanti relazioni anche al di fuori della nostra organizzazione essendo convinti/e che la nostra giovanile, come il nostro partito, non possano essere considerati autosufficienti, ma debbano necessariamente relazionarsi in maniera dialettica e costruttiva con le altre realtà organizzate ed impegnate nello stesso progetto politico: quello di cambiare radicalmente lo stato di cose presenti e realizzare una società giusta.
In questo senso abbiamo impostato battaglie politiche e convergenze sui contenuti con le soggettività che in questo Paese oggi si oppongono al sistema economico politico e sociale che costituisce il blocco di potere che contrastiamo.
È importante ricordare il nostro impegno nell’organizzazione e nel rafforzamento delle mobilitazioni studentesche , nella creazione dei comitati referendari in tutti i territori, nel massiccio intervento sociale e politico in favore delle popolazioni terremotate e al fianco delle BSA con le quali si è riusciti ad instaurare reti politiche e di solidarietà in tutta Italia.
Allo stesso tempo, nonostante la proposta condivisa di procedere in maniera oculata in queste settimane precedenti il referendum costituzionale, siamo costretti/e oggi purtroppo non solo a commentare, ma anche e soprattutto a denunciare un uso strumentale e personalistico dell’organizzazione giovanile che alcuni/e iscritti/e stanno mettendo in campo anteponendo il proprio interesse e posizionamento alla salute dell’organizzazione alla vigilia del congresso.
Un fatto triste, senza dubbio.
In data 6 novembre si è svolto, infatti, un coordinamento nazionale telematico prescindendo dal parere contrario di compagni/e legato alla prossimità del referendum e in maniera tale da poter consolidare il lavoro iniziato nei singoli territori.
Inoltre si era chiaramente espressa la totale indisponibilità a presentare lo stato di avanzamento dei lavori “di delega” portato avanti dai membri dell’Esecutivo Nazionale durante una seduta telematica del CN : il lavoro che si porta quotidianamente avanti è cosa seria, che -con tutto il dovuto rispetto per il mezzo telematico – riteniamo vada discusso in un CN fisico.
Parliamo di un coordinamento nazionale i cui punti all’ordine del giorno sono stati fissati soltanto in data 4 novembre, riportando esclusivamente la firma di una dei due portavoce nazionale.
Un coordinamento nazionale privo del numero legale, con soli 19 partecipanti su 38.
Ma c’è di più : un CN già privo di numero legale per deliberare ha visto partecipare alla votazione quattro persone che non sono più membri della giovanile per sopraggiunti limiti d’età.
La riunione telematica ha votato i seguenti ODG che vanno ovviamente considerati nulli.
Il profilo di illegittimità della riunione é addirittura doppio.
Nonostante questo colpo di mano frutto di un comportamento davvero triste e irrispettoso, rinnoviamo con immutata volontà e pazienza la nostra disponibilità a dialogare con i compagni che non curanti delle regole democratiche praticano la rottura all’interno della giovanile e non all’esterno, nella dinamica capitale-lavoro.
Intanto invitiamo tutta la nostra organizzazione giovanile nel continuare a lavorare per la buona riuscita della manifestazione del 27 novembre, per proseguire la costruzione del NO Sociale per la vittoria del referendum costituzionale del 4 dicembre e nel proseguire la solidarietà attiva attraverso l’azione concreta delle Bsa.
Crediamo che l’organizzazione non sia un mezzo di posizionamento nè tantomeno uno strumento per andare ad intaccare la linea politica del Partito.
Riteniamo che l’organizzazione non possa nè debba occuparsi più di miseri atti, ma meriti di volare alto, andando a determinare il cambiamento dell’esistente e fare ciò che è la sua funzione : il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti.
Andrea Ferroni Portavoce Nazionale Giovani Comunisti/e
Antimo Caro Esposito Esecutivo Nazionale Giovani Comunisti/e
Filippo Vergassola Esecutivo Nazionale Giovani Comunisti/e