di Andrea Ferroni –
A tre mesi dal sisma del 24 agosto e a quasi un mese dalla scossa del 30 ottobre che ha colpito le popolazioni del centro Italia, interessando Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo, vogliamo partire dal ringraziare il lavoro che tante compagne e tanti compagni del nostro Partito stanno mettendo in campo al fianco delle Brigate di Solidarietà Attiva (BSA), presenti dai primi minuti dopo l’accaduto e organizzando capillarmente in tutto il territorio nazionale punti di raccolta e stoccaggio di generi di prima necessità.
Ad oggi le BSA sono presenti in tutto il cratere. Ad Amatrice con una tensostruttura di 200 mq che è in parte spaccio popolare di beni alimentari e non solo ed in parte sportello informativo e spazio solidale. Uno spazio sociale e ricreativo che vede la presenza di iniziative e di momenti assembleari dei comitati locali.
A Roccafluvione ugualmente è attivo uno spaccio popolare, a Colli del Tronto gestiamo i magazzini di raccolta alimenti. Sul versante del nuovo sisma siamo intervenuti nei primi giorni a Ussita, Visso, Camerino, Gagliole, San Ginesio, Fiastra, Sellano, Muccia portando materiali su richiesta diretta della popolazione e siamo presenti a Norcia con uno spaccio popolare e uno sportello dei diritti del cittadino.
Su tutto il cratere sono stati distribuiti mangimi per animali a piccoli allevatori e consegnate 2 case mobili e 38 fra camper e roulotte in accordo con gli enti locali, per far alloggiare situazioni particolari impossibilitate a stare in tenda nella prima fase dopo il sisma del 24 agosto e per dar loro una sistemazione in attesa delle promesse del Governo nella seconda fase dopo il sisma del 30 ottobre.
A stretto contatto con la popolazione si è riusciti a costruire un intervento che non solo abbraccia le diverse aree del cratere ma si sostanzia in tre servizi di supporto alla popolazione: lo spaccio popolare e la volante rossa, la filiera antisismica e lo sportello dei diritti del cittadino.
La Volante Rossa, che parte dagli spacci popolari, è funzionale alla consegna dei beni di prima necessità in modo capillare frazione per frazione, persona per persona, creando quindi una mappatura del territorio e delle esigenze utili al proseguo dell’intervento e al funzionamento dello sportello del cittadino.
La Filiera Antisismica nasce a fronte dell’analisi del tessuto economico nei luoghi del cratere, che si regge principalmente sulle piccole aziende agroalimentari e ha come scopo quello di mettere in contatto i produttori della filiera con i Gap, Gas, Gasp, ristoranti e botteghe rionali presenti in tutta Italia. I prodotti sono facilmente riconoscibili perchè marchiati anche dal simbolo “Filiera Antisismica”.
Non di minor importanza è lo sportello “Diritti del Cittadino”, che ha lo scopo di diffondere i diritti della popolazione colpita dal sisma così da informare e formare su come accedere alle sovvenzioni previste e promuovere pratiche di autorganizzazione.
Proprio attraverso quest’ultimo servizio si sta improntando un lavoro politico volto al miglioramento delle condizioni materiali dei terremotati proponendo momenti di discussione collettiva nelle varie frazioni. Nascono comitati grazie ai quali le problematiche del singolo diventano battaglie condivise sul sentiero comune di riappropriazione della libertà di scelta. Queste comunità non vogliono abbandonare il proprio territorio ed in esso hanno profonde radici.
Il centro Italia è, come noto, un territorio ad alto livello sismico e per quanto la storia non ci riporta a gestioni dell’emergenza encomiabili da parte dello Stato, c’è un punto nella gestione del terremoto del 1997 che merata attenzione. In quel caso furono consegnati moduli abitativi ad uso di singole famiglie.
Strada ben diversa è quella perseguita a fronte del sisma di questi mesi. Con la scossa del 24 agosto le famiglie colpite hanno alloggiato un mese in tendopoli provvisorie e potevano successivamente fare richiesta per il CAS (Contributo Autonoma Sistemazione) per andare in affitto altrove o di alloggio negli alberghi messi a disposizione in zone lontane dal cratere. Il piano prevedeva poi il ritorno sul territorio a primavera con la costruzione di villaggi di casette (SAE). La logica è stata simile a quella di Berlusconi di L’Aquila 2009 con la famosa frase: “dalle tende alle case”. E’ stata completamente persa di vista la necessità di buona parte della popolazione di rimanere sul proprio territtorio per i più svariati motivi: da esigenze lavorative al mantenimento degli animali da allevamento. Dopo qualche protesta gli allevatori ottengono dei moduli abitativi per rimanere vicini alle loro attività. Molti rimangono in sistemazioni improvvisate o sono costretti a sfollare. Gli sfollati però sono “solo” 4000 e la pratica sembra gestibile per il governo.
Con la scossa del 30 ottobre, il governo si trova costretto a fare un passo indietro: il numero di sfollati è ben più alto del previsto e una buona parte della popolazione inizia a constatare l’impossibilità di rimanere sul territorio.
Nasce così la nuova proposta di alloggi in container predisposta dal governo, una sorta di dormitori che arrivano ad ospitare fino a 96 persone con bagni e cucina comuni. Ha lo scopo di far alloggiare sul territorio quanti ne faranno richiesta fino all’arrivo delle casette SAE. Molti cittadini stanno rifiutando questa tipologia di alloggio perchè ledono il diritto alla privacy, alla libertà, all’intimità e all’autonomia personale. Soprattutto non si capisce perchè non ci sia, con il contributo dello Stato, la possibilità di scegliere in maniera regolamentata una autonoma sistemazione in container o non vi siano container monofamigliari come avvenne nel 1997.
Per questo il lavoro dei comunisti e delle comuniste al fianco delle Brigate di Solidarietà Attiva e in sostegno delle popolazioni colpite dal sisma continua. Per aiutarci c’è bisogno di sostegno economico e di volontari. Sul profilo facebook Brigate di Solidarietà Attiva – Terremoto Centro Italia (https://www.facebook.com/terremotocentroitalia) trovate tutte le indicazioni per sostenere il nostro intervento. I riflettori dei media si sono spenti ma i comunisti non vanno via e restano insieme alle popolazioni colpite dal sisma.