Oggi si svolge a Firenze, davanti alla Prefettura, il presidio di solidarietà nei confronti dei migranti vittima del tragico incendio dell’ex-Aiazzone occupato, che è costato la vita ad un uomo. A fronte dell’emergenza abitativa di circa 80 persone, molte delle quali formalmente accolte dallo Stato come rifugiati politici (è stato il caso di Alì Muse, morto per cercare di salvare i preziosi documenti), la Questura ha deciso di rispondere con le cariche al corteo pacifico che sfilava davanti alla Prefettura, mentre era in corso la riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica che dovrebbe tirare fuori dal cappello una soluzione.
Riunione che si svolge a porte chiuse, senza il coinvolgimento di nessun rappresentante di quegli stessi uomini, donne e bambini abbandonati dalle Istituzioni per un anno e mezzo e che si ritrovano ora in mezzo alla strada.
Ancora una volta il “sistema dell’accoglienza” svela il suo volto feroce: carità pelosa per i miserabili e repressione sistematica per quelli che non si allineano.
Ma questo è inaccettabile. Inaccettabile, per una Repubblica la cui Costituzione richiama alla solidarietà e all’impegno umanitario. Inaccettabile, per una città che ha fatto fronte alle catastrofi, come l’Alluvione del 1966, con la solidarietà attiva della sua popolazione. Inaccettabile, per delle Istituzioni che si lavano le mani da anni dei problemi, salvo utilizzare il manganello per riportare l’ordine e la disciplina.
È tempo di ripensare il sistema dell’accoglienza incardinandolo sui principi costituzionali di solidarietà e di uguaglianza. La risposta del governo invece è quella di riproporre un sistema fallimentare come quello dei CIE, che non sono altro che carceri senza mura nelle quali segregare il problema e dimenticarlo.
Lorenzo Palandri Coordinatore Provinciale Giovani Comunisti/e Firenze
Andrea Ferroni Portavoce Nazionale Giovani Comunisti/e