Dopo le Invalsi rilanciamo: per una scuola che non sia azienda

Siamo soddisfatti delle percentuali di boicottaggio delle prove invalsi ottenute a Cosenza ed in provincia, così come in tutta Italia con una campagna nazionale che ha coperto l’Italia da Nord a Sud,  segno che il messaggio che abbiamo provato a lanciare è stato recepito dagli studenti. Altrettanto soddisfatti anche per l’esito del corteo da noi organizzato, che nel suo corso oltre a parlare di Invalsi ha portato solidarietà agli occupanti e alle occupanti dello stabile di via Savoia, su le cui teste pende una minaccia di sgombero. Crediamo profondamente nell’unità delle lotte e in una società diversa, che non sia azienda che criminalizza e marginalizza le povertà. Crediamo che il primo passo per cambiare la società debba avvenire nelle scuole e questo sistema di prove omologate rappresenta il primo ostacolo da abbattere. Di certo questi test non sono lo strumento adatto per valutare la qualità dell’istruzione raggiunta da ogni studentessa e da ogni studente. Ci rinchiudono in un codice a barre, analizzati e valutati con un punteggio stabilito in base al numero delle crocette messe sulle risposte giuste o sbagliate.

Non possiamo accettare che dai risultati dei test si possa premiare con stanziamenti di fondi una scuola invece che un’altra e, di conseguenza, creare scuole di serie A e di serie B. Crediamo che tutte le riforme scolastiche di questi anni siano accomunate da un unico obiettivo, quello di piegare la scuola pubblica alle logiche dei mercati e dei numeri abbattendo la qualità dell’istruzione e della didattica e la cultura dell’inclusione e della condivisione. A tale scopo, sono stati introdotti metodi autoritari ed antidemocratici, affidandoli al Preside-Sceriffo, il quale eroga sanzioni e premia i “fedeli” e sceglie direttamente i docenti.

Vogliamo lottare perché la scuola pubblica ritorni ad essere una comunità solidale, dove si rispettino i tempi di maturazione e di apprendimento. Una scuola che non lasci indietro nessuno.

Vogliamo lottare per un’istruzione che ci renda capaci di leggere e comprendere il mondo in cui viviamo.

Vogliamo vivere in una scuola in cui le persone vengono prima del profitto.La scuola dev’essere fucina di sapere, ha il dovere di educare e crescere teste pensanti, non di formare automi che rispondono solamente ai comandi.

Oltre le Invalsi, continueremo la nostra mobilitazione anche verso le altre vertenze: contro la Buona Scuola, l’alternanza Scuola-lavoro e, nell’ ottica della battaglia alle grandi opere, l’importanza di un vero e sostenibile trasporto pubblico.

 

GIOVANI COMUNISTI COSENZA

COLLETTIVO AUTONOMO STUDENTESCO COSENZA

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