Ammalarsi di cancro al seno oggi è cosa diversa rispetto a vent’anni fa, la ricerca scientifica ha sicuramente fatto grossi passi in avanti, eppure i dati su incidenza e mortalità rimangono comunque elevati. Perché se è vero che tante guariscono è altrettanto vero che tantissime donne non ce la fanno. Uno degli aspetti poco trattati da chi a vario titolo si occupa del cancro al seno infatti è che spesso è recidivante nel tempo e può ritornare sotto forma di metastasi a distanza. E che dire di quella percentuale di donne che si ritrova metastatica già all’esordio della malattia? Siamo sicuri che dopo i famosi cinque anni una persona può considerarsi guarita? Per tante sicuramente è così ma per moltissime altre non lo è…troppe donne a distanza di poco o tanto tempo si trovano nuovamente a lottare con il cancro che dopo aver preso di mira il seno, deturpandolo, decide di aggredire altri organi; le sedi più frequenti sono ossa e fegato, è alto inoltre il numero di donne che riporta metastasi cerebrali.
Sappiamo che giustamente gli oncologi non vogliono creare panico nelle pazienti ma la realtà è che possono dare metastasi anche a distanza di molto tempo anche tumori considerati di basso grado e/o che non hanno intaccato i linfonodi; questo rischio è maggiore se il tumore colpisce le donne in giovane età e che dovrebbero avere molta vita davanti. Insomma non è che facendo prevenzione si abbia la certezza di risolvere il problema.
Un quadro abbastanza esaustivo sulla situazione delle metastatiche ci viene dalle parole della METAvivor Kelly Parcker, americana molto attiva che proprio non ci sta ad abbassare la testa, che lotta non solo contro il cancro ma anche contro il tabù che avvolge il cancro al seno metastatico.
Riporto di seguito un testo di Kelly nella speranza che possiate farvi una idea su come stanno veramente le cose: ” Tempo Mediano di sopravvivenza* […]. Per il cancro al seno metastatico è 33 mesi. Quando dico alle persone questo, l’orrore è visibile nei loro occhi. Neanche tre anni. Neanche tre natali. Neanche tre compleanni. […] Ho perso amiche per il cancro al seno metastatico dopo solo un anno…dopo sei mesi…altre dopo appena qualche settimana. Ricordate che se voi o un vostro caro si ammalerà di cancro al seno metastatico, non ha garanzie mediane o di sopravvivenza estesa. Dobbiamo agire con urgenza, dobbiamo agire ORA!”
Così come ci indigniamo (?) per le guerre e gli attentati, per i femminicidi e la violenza, dovremmo farlo anche per le malattie. Il cancro al seno metastatico non mette forse in atto un femminicidio plurimo? Tante, troppe donne muoiono e altrettante combattano quotidianamente questa sfida che non hanno scelto ma che loro malgrado hanno dovuto accettare. La ricerca cosa fa per queste donne? Quanto, in termini di sopravvivenza e qualità della vita, riesce a dare a queste donne? Poco evidentemente.
Il cancro colpisce in maniera indiscriminata e in numero sempre maggiore giovani donne che potrebbero avere una vita davanti, dei figli, una carriera… Penso a Barbara che non può occuparsi più dei suoi nanetti, penso a Raffaella che per allontanare lo spettro della malattia si buttava a capofitto nel lavoro, penso a Veronica, troppo giovane per i figli ma non per il cancro che ha stroncato la sua carriera per poi toglierle anche a la vita. Penso alle tante donne che nonostante le mille difficoltà provano a vivere una vita normale, perché se è vero che il cancro cambia ogni singolo aspetto della tua vita, è vero altrettanto che se sei costretta a pensare alla morte (la malattia lo impone) cerchi di vivere al meglio ogni istante, ogni attimo di felicità che la vita, nonostante tutto ti regala. I tabù creati attorno a questa malattia e la scarsa attenzione sul cancro al seno metastatico rendono ancor più difficile quotidianità di queste donne, che spesso sono mogli, madri e lavoratrici impegnate. Ad aggravare la situazione dobbiamo mettere in conto poi gli errori medici, le diagnosi tardive e la scarsa disponibilità degli operatori del settore che se tante volte sono angeli, tante altre, mettono a dura prova queste donne che già la vita ha provato a spezzare.
Chiediamo che una quota di risorse considerevole sia dedicata anche alla ricerca per le donne metastatiche e non solo alla prevenzione tramite diagnostica precoce.
*si vive in media 3,5 anni
Angelica Perrone.