Il solito teatrino del potere di capi di stato e di governo dei paesi più industrializzati del mondo, rinchiusi in simposi blindati ed esclusivi per disquisire, in pochi intimi, delle decisioni che influenzano invece la vita dei molti, continua il suo tour in giro per l’ Italia.
I G7 dei ministri di Industria, Scienza e Tecnologia e Lavoro, dell’Agricoltura e della sanità che avranno sede a Torino, Bergamo e Milano nel prossimo Autunno non saranno altro che ennesime repliche di questo intollerabile spettacolo.
Lontani dal popolo, al sicuro nei loro salotti, per i potenti della terra sarà l’ennesima occasione per “spartirsi la torta”, continuare a rimarcare un divario sempre più accentuato tra ricchi e poveri che ha ridotto in miseria un numero sempre maggiore di persone del Terzo Mondo, costrette a sopravvivere con meno di un dollaro al giorno. Accordarsi sulle future scelte in ambito sociale, economico, industriale, scientifico e ambientale seguendo la logica neo liberista del massimo profitto, della privatizzazione e della liberalizzazione in barba alla salvaguardia dei diritti democratici, sociali e lavorativi, al progresso culturale, alla tutela dei territori. Il Fondo monetario internazionale e l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) sono colpevoli entrambi di avere imposto al mondo una dottrina economica univoca e ortodossa, il fondamentalismo del mercato, secondo cui il mercato è dotato di poteri di autoregolazione, a patto che l’economia sia affidata ai privati, il commercio non trovi ostacoli protezionistici e i capitali siano lasciati liberi di operare scelte d’investimento sulla base della logica loro propria, che è il profitto. Si è passati dal servire gli interessi economici globali al servire gli interessi della finanza globale!
Lo abbiamo sempre sostenuto, ma ribadirlo non guasta: alla politica dei pochi preferiamo la politica del popolo costruita dal popolo, la sola in grado di proporre percorsi alternativi a quella che ci viene posta dall’establishment come unica possibilità (unica possibilità al mantenimento dello status quo, al limite) perchè fondata sull’idea di una società più equa e più giusta. Noi non siamo disponibili a subire tutto ciò in silenzio. Contestiamo radicalmente i prossimi G7, di Torino, Milano e Bergamo e proponiamo percorsi alternativi e “possibili”, partendo dalla centralità delle lotte nella costruzione dei conflitti sociali.
Andrea Ferroni Portavoce Nazionale Giovani Comunisti/e
Claudia Candeloro Portavoce Nazionale Giovani Comunisti/e
Giulia Beliardo Portavoce Provinciale Giovani Comunisti/e Torino
Marta Albergoni Portavoce Provinciale Giovani Comunisti/e Bergamo