I/le giovani comunisti/e aderiscono alla mobilitazione del 16 Novembre lanciata dai sindacati studenteschi. Una giornata importante, essendo la vigilia della giornata internazionale dello studente ed arrivando poche settimane dopo la notizia dell’ennesimo taglio al diritto allo studio, anche da parte di questo governo.
Dopo così tanta propaganda, sono state svelate le carte: il tanto decantato cambiamento in realtà non è altro che il proseguo delle politiche degli ultimi anni, abbassare le tasse ai ricchi e tagliare i servizi fondamentali come il diritto allo studio, sia scuola che università.
Niente di più facile, niente di più che un governo di destra e antipopolare.
In questi mesi di annunci sulle politiche della conoscenza se ne sono sentiti tanti, ma alla fine l’impianto della Buona Scuola e delle riforme degli altri governi viene confermato, dall’alternanza scuola lavoro che si trasforma in vero e proprio sfruttamento e lavoro gratuito, ai test invalsi come unica frontiera della valutazione, passando per la scelta verticistica dello svuotamento degli organi di rappresentanza invece del pluralismo e dello sviluppo del confronto nella scuola.
Il modello aziendalista dell’istruzione non è in discussione, i gialloverdi si allineano, portandole avanti, alle scelte politiche di coloro che in questi anni hanno raccontato di avversare.
A tutti questi danni, come se non bastasse, si aggiunge ora il decreto scuole sicure, con telecamere e forme di controllo repressive e dannose.
Mentre noi chiediamo ai comuni di schierarsi contro questo decreto ed anzi di aprire le scuole come luoghi di incontri culturali, delle associazioni e della cittadinanza, il governo ci ricorda che nemmeno i luoghi della formazione sono esentati dalle fobie securitarie (molto utili a creare consenso e molto meno a risolvere realmente un fantasioso problema-sicurezza nelle scuole).
Sull’Università, nel frattempo, altri tagli economici e nessuna novità sul numero chiuso.
Per queste ragioni saremo nelle piazze italiane il 16 Novembre e nelle prossime settimane, per costruire un modello di scuola pubblica, gratuita e libera, per riaffermato la centralità del diritto allo studio come presupposto per rilanciare un Paese dove le disuguaglianze sociali e l’impoverimento dei ceti popolari costituiscono ormai gli assi portanti, dove il taglio lineare a tutti i servizi pubblici è diventato una regola politica, dove gli studenti ancora una volta sono ora assenti e ora fortemente penalizzati da un’agenda politica vuota che non ha nessuna prospettiva per gli investimenti su istruzione e ricerca : un Paese in cui ci vogliono togliere il futuro, un Paese in cui quel futuro vogliamo riprendercelo.
Giovani Comunisti/e