Eravamo nel bel mezzo della massima espressione di questa meraviglia digitale, ma ciò che stiamo affrontando oggi è la vera e propria distruzione della generazione corrente: la generazione digitale, che si è sempre mobilitata a partire dal web.
E’ una vera e propria ingiustizia togliere i mezzi di comunicazione nonchè di espressione utilizzati dalla stragrande maggioranza dei giovani cittadini europei; sarebbe come togliere le ali ad un volatile e ciò renderebbe inutili anni ed anni di evoluzione e sviluppo.
Le direttive sul copyright, nonchè i più dibattuti articoli 11 e 17 (ex art. 13), hanno esattamente lo scopo di tarpare le ali ai giovani ed inibire il loro futuro ma non solo, anche quello dell’Unione Europea stessa. Come sappiamo la riforma sul Copyright europea, votata dagli organismi UE, potrebbe cambiare per sempre l’utilizzo di internet in Europa, ed in questo giorno il Parlamento Europeo ha votato sulla suddetta riforma, dopo un dibattito durato quasi 3 anni, approvandola.
Con la nuova riforma approvata verranno garantite maggiormente le tutele sul diritto di autore andando però a parare sulla temuta censura, e ciò andrebbe a ledere la garanzia della libertà di espressione ottenuta con grande fatica.
Un vero e proprio controsenso: i 348 parlamentari europei che hanno votato a favore di queste direttive hanno inoltre votato per la morte di questa meravigliosa era di internet. Sembrerebbe quasi che l’Unione Europea favorisca la privatizzazione del web garantendo ai suddetti copyright holders e giganti tecnologici ulteriore potere che di certo non necessitavano, come, per esempio il controllo sulla distribuzione di contenuti nelle varie piattaforme social e non.
Nel dettaglio l’articolo 11 della riforma approva la facoltà, e il non obbligo, degli editori di stampa a negoziare accordi di pagamento con le piattaforme web intente ad utilizzare i loro contenuti, mentre snippet brevi e descrizioni non essendo protetti da copyright potranno essere condivisi liberamente.
L’articolo 17 (ex art. 13) è stato riscritto a seguito di sollecitazioni, ed adesso prevede che siano le piattaforme digitali come Youtube o Facebook a dover vigilare sui contenuti coperti da copyright caricati dai loro utenti mediante software ed algoritmi.
In poche parole non saranno più gli utenti soggetti a sanzione, bensì le piattaforme. Esclusi dal rispetto del copyright sono i contenuti caricati sulle enciclopedie online non aventi fini commerciali.
Infine, non negando che internet necessiti vigilanza per quanto riguarda il rispetto del copyright e le “fake news”, queste leggi non sono la soluzione migliore alla quale l’Unione Europea poteva arrivare, anche se di certo sono le più semplici.
Giulia Badalassi – Responsabile comunicazione Giovani Comunisti/e Versilia