Da qualche settimana nell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara circola sotterranea la notizia di una possibile trasformazione della stessa in una fondazione di diritto privato. Ricorrendo alla legge 133/2008, art. 16 l’università non necessiterebbe altro che di una votazione del Senato Accademico per mutare il suo status da pubblico a privato. Inoltre, tutti gli edifici passerebbero da una mano all’altra senza alcuna indennità per lo Stato, in pratica un regalo.
La posizione dei e delle Giovani Comunisti/e è di totale ed inappellabile avversità ai propositi del rettore Caputi.
Pretendiamo un’università pubblica gratuita e laica, accessibile a tutti e tutte, non un sistema privato elitario che condiziona saperi e ricerca in base agli interessi del mercato. I problemi dell’università di Chieti e Pescara sono molti, dagli edifici fatiscenti alla disorganizzazione delle segreterie, dalla mancanza di fondi per le borse di studio alla gestione di corsi e dipartimenti, problemi frutto di giochi di potere, lotte intestine tutte a danno dell’interesse pubblico.
Raccogliamo e rilanciamo l’appello dei sindacati CGIL CISL e UIL affinché l’università rimanga pubblica, condividiamo inoltre le preoccupazioni sul destino dei lavoratori e delle lavoratrici universitari/e che si troverebbero a passare da un contratto collettivo ad essere assunti/e direttamente dalla fondazione, quindi con contratti più precari e con meno tutele.
Come Giovani Comuniste/i nonché studenti e studentesse della D’Annunzio ci auspichiamo che una voce si alzi dalle organizzazioni studentesche, dai ricercatori, dai docenti e da tutto il personale universitario per bloccare questo abominio e riaffermare, con ancora più forza, la necessità che debba essere compito dello Stato garantire il diritto universale all’istruzione e non certo qualche privato interessato. Noi dal canto nostro siamo pronti/e alla mobilitazione.