L’inquinamento oggi continua ad essere principalmente “un costo di classe”. Sono infatti gli operai, gli agricoltori e chi abita territori contaminati a patire i danni che aziende come ENI, Monsanto, Ilva, Stoppani, ACNA hanno causato o continuano a causare. Le vittime continuano ad essere gli sfruttati, i poveri, i lavoratori, il carnefice è sempre lui: il sistema capitalistico. Se la vittima più grande, la Terra, oggi rischia di diventare un grande deserto , la colpa è proprio di questo subdolo sistema che dalla rivoluzione industriale inquina e uccide in silenzio. “Per cambiare il clima bisogna prima cambiare il sistema” diceva Chavez in un congresso alle Nazioni Unite. Per un cambiamento che possa essere davvero efficace, per salvare il nostro pianeta, dobbiamo necessariamente abbandonare il sistema capitalista. Oggi abbiamo l’incombenza di organizzare la lotta contro lo sfruttamento ambientale. Quello che ieri non abbiamo fatto dobbiamo farlo oggi.
Negli ultimi mesi qualcosa si è mosso, da una goccia si è generata una marea. L’esempio di lotta di una ragazzina, che con costanza e determinazione è riuscita a smovere le coscienze di tanti, ha permesso di costruire un movimento globale contro i cambiamenti climatici, contro l’inquinamento industriale, contro il sistema produttivo contemporaneo. Un movimento spontaneo, pacifico, ma che non si astiene dal criticare il sistema politico ed economico che ha portato il nostro pianeta alla deriva. È proprio Greta a ricordarlo, oggi a Roma, davanti a 10.000 studenti: “Noi non siamo quelli che hanno creato questa crisi, noi siamo nati in questo mondo dove c’è un’emergenza esistenziale ignorata, e abbiamo deciso di agire contro questa perché siamo stufi delle bugie e delle promesse non mantenute”. Un rimprovero deciso che manifesta il desiderio di riscatto contro chi fino ad oggi ha promosso e finanziato la devastazione del nostro pianeta. L’alternativa a questo modello di sviluppo insostenibile passa attraverso la conversione ambientale del sistema produttivo a partire dagli stabilimenti in crisi e dalle fabbriche di prodotti inutili o nocivi, tra i quali soprattutto le automobili o peggio gli armamenti. La salvaguardia del pianeta e la giustizia ambientale devo diventare i temi fondamentali sui quali costruire una nuova società e un nuovo mondo.
Saremo nelle assemblee, nelle piazze, al fianco degli studenti e le studentesse del Fridays for Fouture, insieme alle vittime dello sfruttamento ambientale e continueremo l’ostilità nei confronti di chi promuove e difende il disastroso sistema capitalista. La prossima data di mobilitazione è il 24 maggio per il secondo Sciopero Mondiale per il Futuro. Un futuro ecologico e rispettoso dell’ambiente è l’unico possibile, il sistema capitalista ci sta portando all’estinzione!
Marco Cassatella, Responsabile Ambiente Giovani Comunisti/e