Dal 18 al 21 marzo la Unión de Juventudes Comunistas de España (UJCE), organizzazione giovanile del Partito comunista spagnolo (PCE), ha celebrato il XIV congresso. I/le Giovani Comunisti/e erano a Madrid, non soltanto in nome dell’internazionalismo proletario ma anche in virtù dell’antico legame che lega i comunisti italiani ai comunisti spagnoli. Le quattro giornate si sono svolte in uno dei quartieri rossi di Madrid, a Vicálvaro presso il Centro cultural El Madroño. Poco meno di duecento i delegati delle organizzazioni territoriali mentre circa una ventina erano i rappresentanti internazionali.
Il dibattito congressuale ha posto al centro dell’attenzione svariate questioni organizzative. La giovanile spagnola ha inteso affidare al percorso congressuale un lavoro di rafforzamento e ottimizzazione della struttura interna, conformata ai principi del marxismo-leninismo reintrodotti anche dal PCE nell’ultimo congresso nazionale.
Le delegazioni internazionali hanno partecipato alla mattinata di apertura del congresso del 18 aprile, assistendo alla relazione finale del segretario uscente Xavier Garcia e all’insediamento della presidenza. Nel pomeriggio invece si è svolta la visita ai luoghi simbolo della lotta antifascista e repubblicana a Madrid, come il monumento alle Brigate Internazionali presso l’Università di Madrid, il palazzo governativo di Puerta del Sol, dove a centinaia furono gli antifascisti e i democratici torturati e rinchiusi, e il monumento agli “avvocati di Atocha”, per gran parte membri del PCE uccisi dai fascisti durante la transizione alla democrazia.
Venerdì 19 si è svolta invece la conferenza internazionale “La gioventù di fronte all’avanzate delle destre” presso la sezione del PCE di Vicálvaro alla presenza del segretario uscente Xavier Garcia, del compagno Juan Pirola e del presidente del WFDY, Iakovos Tofari. In questa occasione i GC hanno offerto il proprio contributo alla discussione, com’è possibile leggere di seguito:
Cari compagni, è un piacere essere qui e rappresentare Partito della Rifondazione Comunista e la sua giovanile, i Giovani Comunisti/e.
Siamo molto vicini alle elezioni europee e i sondaggi prospettano un Parlamento Europeo con una destra molto forte. L’avanzata delle destre in Europa e nel mondo non è un segreto. In Italia, tre settimane fa, abbiamo ospitato a Verona il Congresso Mondiale della Famiglia, qualcosa che sarebbe stato inimmaginabile anni fa ma adesso viene promosso dalla Lega di Matteo Salvini. Un meeting internazionale che ha coinvolto partiti di estrema destra, movimenti ultracattolici e organizzazioni omofobe. Nonostante questo, Verona ha risposto con una manifestazione molto partecipata, circa cinquantamila persone hanno marciato contro il Congresso e noi tra loro. Questa manifestazione si inserisce in una serie di eventi e proteste già organizzate contro il governo gialloverde. Forse qualcosa sta cambiando in Italia, ma le destre sono ancora troppo forti. Due settimane fa abbiamo assistito alla rabbia degli abitanti di Torre Maura contro poche decine di famiglie Rom, trasferite in un centro d’accoglienza del quartiere. Gli abitanti, sostenuti da Casapound, hanno organizzato una protesta violenta arrivando addirittura a distruggere il pane destinato alle famiglie. Una rivolta razzista, certo, ma allo stesso tempo la rabbia di quella gente è comprensibile se ci si pone in un’ottica che considera il migrante, il povero, il disoccupato come un problema e non come una conseguenza della crisi. È in corso una guerra tra poveri mentre i ceti benestanti continuano ad arricchirsi. Stiamo pagando un processo di smantellamento dei diritti sociali e del welfare durato trent’anni e segnato dalla collusione del centrosinistra con il pensiero neoliberista, cosa che ha finito per minare la credibilità dell’intera sinistra. La gente si sente insicure, guarda al futuro con preoccupazione, si sentono impoveriti e arrabbiati, i giovani immaginano la loro vita lontana da casa, all’estero o nel ricco nord Italia. Nell’ultimo decennio il numero di giovani italiani trasferitisi all’estero è più alto del numero di migranti arrivati sulle nostre coste.
Tuttavia, questa situazione non è limitata solo all’Italia, ma è una situazione comune in Europa e nel resto del mondo. Abbiamo bisogno di una risposta internazionale. Se vogliamo fermare l’avanzata delle destre e creare un’altra Europa e un altro Mondo possibili, dobbiamo porre la questione democratica in cima alla nostra agenda. In Europa abbiamo visto in che modo le politiche neoliberiste dell’UE hanno svuotato di ogni senso e funzione le nostre democrazie, trasformando il governo in un semplice esecutore senza alcun reale controllo sulle economie nazionali. Inoltre, la mancanza di democrazia presente all’interno delle istituzioni europee ha peggiorato i problemi con cui ci siamo confrontati in ogni Paese. Le politiche economiche europee e in particolare il regime di austerità imposto ai Paesi mediterranei hanno distrutto il sistema sociale conquistato in decenni di lotte, aprendo la strada all’avanzata delle destre. L’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, come accaduto in Italia, e gli attacchi contro le Costituzioni democratiche e antifasciste nate dopo il 1945 sono segni tangibili dei tentativi di istituzioni non democratiche di influenzare la vita politica ed economica di singoli paesi.
Gli effetti di queste politiche sono ben noti: austerità, incertezza, precarietà, privatizzazioni, tagli alla spesa sociale. In questo modo è semplice capire da dove trae origine la rabbia che spinge le persone a ribellarsi contro i governi anche in maniera violente, qualunque sia la connotazione di questi governi. La mancanza di democrazia nell’UE impedisce anche un minimo di concertazione tra le misure economiche e le istanze dei movimenti sociali e questa impossibilità conduce all’esplosione di rivolte e proteste come quelle accadute in Francia. In questo modo, la retorica foraggiata dal nazionalismo, dal sovranismo e dalle destre contribuisce a cambiare nel senso comune la percezione di ogni fenomeno sociale.
Il Parlamento Europeo ha approvato più volte risoluzioni in merito alla natura democratica e non autoritaria delle istituzioni europee. A fare da apripista vi fu la risoluzione Birkelbach del 1962, mentre la più recente porta la firma della nostra eurodeputata Eleonora Forenza, scaturita dopo l’assalto fascista di cui è stata vittima assieme ad altri compagni. Questa risoluzione ha chiesto esplicitamente la condanna e la messa al bando di ogni partito fascista in Europa. Tuttavia, è chiaro che l’UE non ha poteri reali per applicare la risoluzione, tantomeno un preciso interesse. Qualcosa di simile era già parso chiaro quando siamo stati in Donbass con la Carovana Antifascista organizzata dalla Banda Bassotti due anni fa. Una rivoluzione di estrema destra scoppia in Ucraina e la cosiddetta Europa democratica e liberale appare subito pronta ad appoggiare il cambio di regime, condannando al loro destino e all’emarginazione i popoli del Donbass.
Cari compagni, è evidente che la lotta contro l’avanzata delle destre è sulle nostre spalle. Abbiamo bisogno di rinsaldare i rapporti internazionali e rafforzare la nostra azione nell’arena internazionale, riaffermando valori fondamentali quali solidarietà, internazionalismo, democrazia e pace. Come comunisti abbiamo il dovere di demolire le narrazioni tossiche create dalle destre, di costruire politiche di solidarietà e inclusione, di combattere per una reale democrazia che faccia gli interessi dei lavoratori. Abbiamo bisogno di una collaborazione più forte per realizzare questi obiettivi. La lotta per la giustizia sociale, per l’uguaglianza e la democrazia deve essere primaria e fondamentale poiché lo sarà anche per la vita delle future generazioni.
No pasaran!
Nel pomeriggio è proseguita la visita ai simboli della resistenza antica e nuova di Madrid, tra cui il quartiere di Lavapiés dove gli abitanti conducono la loro lotta contro il caro-affitti e la gentrificazione.
Sabato 20, le delegazioni internazionali hanno potuto portare i propri saluti ai compagni delegati del congresso, intervenendo durante l’apertura della terza giornata di lavori. Questo il messaggio letto alla platea:
Cari compagni, vi porgo i saluti dei comunisti italiani e vi auguro buon lavoro. Italia e Spagna non sono troppo distanti. Le nostre culture e i nostri Paesi si sono incontrati nei secoli e si sono influenzati reciprocamente. Condividiamo le origini della lingua, le tradizioni, il cibo, grazie a quella casa comune che è il Mediterraneo.
Oggi, tuttavia, lo stesso Mediterraneo è una trappola e una fossa comune per quanti provano ad attraversare il mare scappando da guerre, povertà e fame causate dall’imperialismo occidentale. L’Europa che è stata la casa dei diritti civili e sociali e della libertà, è ora totalmente incapace di trovare una soluzione condivisa in modo da evitare le tragedie quotidiane che accadono nel Mediterraneo.
L’inettitudine dell’Unione Europea rischia di diventare una delle principali cause del suo stesso fallimento. Sebbene si tratti di un progetto antidemocratico e capitalista, abbiamo bisogno di parlarne, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee. Le destre infatti, secondo i sondaggi, saranno più forti che mai nel prossimo Parlamento europeo. Spagna e Italia conoscono bene i problemi legati alle migrazioni da Africa e Medio Oriente. In Italia la stessa inettitudine mostrata dai governi di centrosinistra e centrodestra ha peggiorato i problemi legati ai flussi migratori, spianando la strada all’avanzata delle destre. Dieci anni di crisi economica e di austerità hanno mutato la percezione popolare, inducendo a credere che migranti, poveri e disoccupati fossero causa della crisi e non che lo fossero invece le banche, il FMI, la BCE o l’UE. In questo modo si è preparato un terreno fertile per l’avanzata delle destre. Non è un caso solamente italiano, ma condiviso specialmente tra i Paesi mediterranei. La nascita di Vox in Spagna richiama la storia italiana della Lega e di altre forze neofasciste.
Non possiamo fermare le destre da soli o divisi. Dobbiamo unirci e incrementare gli sforzi contro le nuove forme di fascismo che emergono nel Mondo. Ottant’anni fa, molti compagni italiani raggiunsero la Spagna per combattere i fascisti e difendere la Repubblica. Comunisti come Luigi Longo, Giuseppe Di Vittorio, Guido Picelli e centinaia di volontari si arruolarono nel Battaglione Garibaldi. Oggi è nostro dovere, come internazionalisti, rafforzare i rapporti tra le nostre organizzazioni e lottare contro l’avanzata del nuovo fascismo in Europa.
Dobbiamo riaffermare la necessità di una Europa giusta, democratica e solidale, non un’Europa per le banche e i profitti, ma un’Europa fatta di popoli, solidarietà e pace.
Dobbiamo lottare nei nostri Paesi per una democrazia reale, che faccia gli interessi dei lavoratori. Dobbiamo combattere contro tutte le eredità del fascismo nelle legislazioni e nelle macchine amministrative statali. Vogliamo lottare assieme, fianco a fianco, da comunisti,
antifascisti e internazionalisti quali siamo.
Questo è il nostro augurio e speriamo, allo stesso tempo, che il vostro congresso possa essere un momento positivo di analisi, dibattito e confronto. Abbiamo bisogno di tutta la vostra passione, tutta la vostra forza e tutta la vostra intelligenza per affrontare le battaglie comuni che ci vedranno impegnati nei prossimi anni.
Buona fortuna compagni.
Le delegazioni internazionali hanno trascorso il resto della giornata con il segretario generale del PCE, Enrique Santiago. Nella mattinata, al cimitero della Almudena si è svolta la commemorazione di Julian Grimau, in occasione del cinquantaseiesimo anniversario della sua esecuzione da parte del regime franchista. Grimau, intellettuale e segretario del PCE, fu al centro di un ampio movimento internazionale che ne chiedeva la scarcerazione e l’interruzione di un processo falsato. Oltre alla tomba di Grimau, si è reso omaggio anche a Dolores Ibarruri, storica leader del PCE e voce dell’antifascismo spagnolo, a Pablo Iglesias, fondatore del PSOE, il primo partito socialista di Spagna, e a Marcelino Camacho, fondatore delle Comisiones Obreras, il principale sindacato spagnolo tuttora legato al partito comunista. Nel pomeriggio, nei locali della federazione di Madrid si è svolto l’incontro ufficiale tra le delegazioni internazionali, il segretario del PCE e il responsabile esteri della UJCE Jorge Crego Blanco all’interno del quale è stata esposta la linea politica attualmente seguita dal partito spagnolo.
Infine, nella mattinata di domenica 21, si è assistito alla votazione dei nuovi organismi dirigenti e all’elezione di Guillermo Úcar come nuovo segretario generale della UJCE. Nel complesso, una quattro giorni utile per le relazioni strette con le rappresentanze delle altre giovanili presenti, nonché per aver risaldato ulteriormente il nostro antico legame con il PCE e la UJCE. I nostri migliori auguri vanno al compagno Úcar e al nuovo gruppo dirigente, consapevoli del fatto che saranno all’altezza delle sfide che li aspettano.