“Avevamo vent’anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l’altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent’anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l’amore.”
da “Oltre il ponte”, Italo Calvino
Dovevamo averne di rabbia, quel 25 aprile 1945. Rabbia per le macerie lasciate dalla guerra e dal fascismo, speranza per l’Italia nuova che stavamo costruendo.
Qualche giorno fa un mediocre personaggio che, per sfortuna della storia, si trova oggi a dirigere il ministero degli interni, rispondendo ad una nostra contestazione ha sentenziato che i veri partigiani oggi ci schiferebbero. Questo non lo possiamo purtroppo sapere. Quello che possiamo invece sapere, è che essi sarebbero sicuramente al nostro fianco contro chi oggi svende il paese, la sua sovranità popolare e i suoi principi democratici, sull’altare di squallidi interessi di bottega pre-elettorali.
Non possiamo permetterci di abbassare la guardia neppure per un momento, perché ciò che non doveva più ripetersi si sta invece drammaticamente ripetendo. E ieri come oggi, a resistere ci siamo noi: non noi, ragazzi degli anni ’90 e 2000, che della resistenza abbiamo solo letto sui libri di storia, ma noi come blocco storico, noi che come i nostri nonni partigiani siamo chiamati a scegliere tra la comodità della subordinazione e la fatica della partecipazione attiva al futuro del paese.
Nel 2010, alla loro quarta conferenza nazionale a Pomezia, i Giovani Comunisti/e decisero di avviare un percorso di stretta collaborazione con l’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Ben 9 anni dopo, rinnoviamo senza battere ciglio quel solenne impegno. Saremo presenti alle manifestazioni indette nelle città e nei luoghi simbolo dell’antifascismo del nostro paese, come Marzabotto e S. Anna di Stazzema.
Non ci siamo mai arruolati tra coloro che pensano che l’antifascismo istituzionale sia inutile, sebbene consapevoli che ad esso debba fare da contraltare l’antifascismo sociale. Ma dalle istituzioni del nostro paese, questo sì, pretendiamo coerenza. Pretendiamo coerenza da chi, per troppo tempo, ha calpestato la Costituzione del ’48, nata dalla Resistenza, per subordinarla ai trattati di una Unione Europea che strozza i diritti sociali con il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio. Pretendiamo coerenza da chi, rappresentando indegnamente le istituzioni di una Repubblica antifascista, anche quest’anno ha annunciato che non festeggerà il 25 aprile, nascondendosi dietro la lotta alla mafia dopo aver inserito nel decreto sicurezza la possibilità di rivendere ai privati (o ai mafiosi?) i beni confiscati alla criminalità organizzata.
Siamo invece emozionati e orgogliosi di poter votare un compagno-simbolo come Adelmo Cervi, candidato con La Sinistra alle elezioni europee del 26 maggio, e contenti di aver scongiurato assieme ad ogni sincero antifascista di questo paese che la memoria di Casa Cervi venisse insozzata dai nuovi nazifascisti ucraini.
Nel rifarci allo spirito che in quei giorni trionfò, nelle coscienze oltre che nei campi di battaglia, lanciamo un appello alle forze giovanili comuniste e della sinistra di alternativa affinché sul terreno dell’antifascismo l’impegno sia comune.
Lo spirito del nostro 25 aprile è lo stesso spirito dei partigiani che questo paese lo hanno liberato. Non eroi, ma ragazzi e ragazze che dopo venti anni di oppressione fascista e cinque di straziante guerra, volevano soltanto una vita normale. E forse, proprio per questo, eroi.
Sono ormai finiti i tempi in cui, come nella famosa canzone di Giorgio Gaber, si era comunisti per mille ragioni diverse. Noi oggi siamo comunisti, e quindi antifascisti, per necessità. Perché la necessità di una vita normale, di lavoro, tempo libero, affetti e famiglia, ha oggi come tappa obbligata il superamento del modo di produzione capitalistico, con il suo carico ormai connaturato di precarietà, soprusi, guerra e devastazione del pianeta.
Scendiamo in piazza ovunque per la Festa della Liberazione con le nostre bandiere rosse, le stesse che sono state protagoniste della resistenza nel nostro paese.
Ora e sempre partigiani!
Nicolò Martinelli – Responsabile Antifascismo Giovani Comunisti/e