Ho ricevuto questa mattina il messaggio di un caro amico che sottolineava la necessità di ricordare l’azione politica di Peppino Impastato, come ogni anno, sempre di più.
Per questo anche quest’anno, come ogni anno, in tantissimi siamo a Cinisi grazie anche all’eccezionale esperienza sociale della Casa Memoria – Peppino e Felicia Impastato, spazio aperto di memoria vivente e continua, esperienza reale e significativa di lotta e costruzione dell’alternativa.
È incredibile come tante persone, soprattutto i più giovani, ed in particolare i giovani siciliani continuino a manifestare la loro presenza a Cinisi, piccolo paese della provincia palermitana affacciato sul mediterraneo, 41 anni dopo quel maggio 1978 quando Peppino Impastato veniva ammazzato quasi in silenzio dalla mafia, fatto passare per un terrorista morto mentre metteva una bomba sui binari.
Più di vent’anni ci sono voluti prima che lo Stato riconoscesse la matrice mafiosa del delitto e i colpevoli venissero condannati, su tutti Gaetano Badalamenti, il boss che Peppino con i suoi compagni aveva osato sfidare abbattendo il muro di omertoso silenzio che “proteggeva” il sistema di relazioni stabilitosi tra mafia, certa politica e il mondo degli affari.
Per dirla con Mario Mineo quella “borghesia mafiosa” e parassitaria che attraverso il complesso sistema di relazioni politico-affaristiche faceva incetta di appalti pubblici, era protagonista di tutte le grandi speculazioni edilizie e finanziarie del tempo, vedi la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Punta Raisi, oggi dedicato a Falcone e Borsellino, ma allora base strategica per la mafia per il traffico internazionale della droga.
Con Peppino è nata l’antimafia sociale e ricordarlo è essenziale per noi comunisti. La questione della lotta alla mafia deve essere centrale nel dibattito attuale, non dimenticando quanto ancora accade in Sicilia e in tutta Italia, non parlando retoricamente di legalità nelle commemorazioni, ma continuando a combattere quel sistema di rapporti di potere affaristico-mafioso che ancora resiste – e che alle volte vede tra i suoi protagonisti anche alcuni “paladini della legalità”.
Ricordare Peppino oggi significa essere protagonisti nella lotta per la costruzione dell’alternativa, sociale e politica.
Andrea Prestianni – Coordinamento nazionale Gc
Federica Fuoco – CPN Prc