Spesso si banalizza sulla possibilità che si possa essere discriminati, che possa proprio accadere a noi. Spesso accade in maniera quasi tacita e non ce ne rendiamo conto.
E non a caso è successo, siamo state di nuovo discriminate perché siamo nate di sesso femminile sebbene nessuna di noi lo abbia scelto. Il Parlamento ieri ha bocciato nuovamente la Tampon Tax, ossia la legge che prevedeva la riduzione dell’Iva del 22% al 5% sugli assorbenti e su altri prodotti igienici.
Perché? Perché non ci sono abbastanza soldi, quindi una parte della popolazione, le donne, deve fare questo sacrificio. Deve pazientare ancora un po’ sull’idea che il ciclo mestruale sia un lusso sebbene senza gli assorbenti non potremmo effettuare le normali attività del quotidiano.
Secondo la Presidente della commissione di bilancio Carla Ruocco (M5S) per trovare le coperture alla ‘Tampon Tax’ costerebbe tra i 220 e i 300 milioni di euro. Soldi che il Governo è felice di utilizzare per altri progetti non universali di tipo propagandistico.
Avere il ciclo non è, né una vergogna, qualcosa che va nascosto o che non può essere nominato, né deve essere considerato un lusso: l’igiene intima durante il ciclo è un nostro diritto e dobbiamo pretendere di essere supportate dallo Stato attraverso la gratuità dei beni.
Crediamo sia anche necessario riflettere sull’impatto ambientale dell’oggetto in esame la preoccupazione per la difesa dell’ambiente attraverso non solo informazioni più accessibili ed un’educazione vera e propria sull’utilizzo di materiali ecosostenibili quali la coppetta mestruale o gli assorbenti lavabili, considerando che gli assorbenti sono tra i prodotti più inquinanti. Questi materiali però sono molto costosi e non sono sempre pratici come quelli monouso, soprattutto per coloro che trascorrono diverse ore fuori casa.
Francesca Falcini – Responsabile Politiche di Genere Giovani Comunisti/e
Michele Ramadori – Responsabile Diritti LGBTQ+ Giovani Comunisti/e