Da mesi c’erano avvisaglie sulla poca serietà della cordata che aveva acquisito Mercatone Uno – sì, proprio quel marcio ben impresso nella nostra mente durante le scalate di Marco Pantani – e che da anni viaggiava al limite del fallimento. È stata acquistata un anno fa dalla Shernon Holding ed aveva fatto domanda di ammissione al concordato preventivo. Nessun concordato, Mercatone Uno è stata dichiarata fallita.
L’ulteriore beffa per gli oltre 1.800 lavoratori in tutta Italia è il farro di averlo scoperto attraverso Facebook e Whatsapp, durante la notte. È inaccettabile che gli organi di vigilanza del ministero dello Sviluppo economico, che appena la scorsa estate avevano permesso l’acquisto da parte della nuova società di quel che rimaneva di Mercatone Uno, non abbiano verificato la sostenibilità aziendale degli acquirenti. I lavoratori avevano sostenuto non pochi sacrifici in termini di orari e salari abbattuti e, una volta incassata la flessibilità, l’azienda ha bypassato ogni rapporto con le organizzazioni sindacali, fino all’incredibile epilogo della notte.
Non è accettabile che si operi in questo modo, che si giochi con le vite delle persone che dalla sera alla mattina scoprono di non avere più un lavoro e che la società per la quale erano assunti è fallita. A pagare in questo Paese sono sempre i lavoratori, ma la marea rossa – per usare le parole di Mimmo Lucano di qualche giorno fa alla Sapienza – sta arrivando. Ne siamo certi. La nostra solidarietà ai lavoratori della Mercatone Uno, siamo con voi.
Stefano Vento – Responsabile Lavoro, non lavoro e movimenti