La lotta ambientale sarà ecotransfemminista o non sarà

Pubblichiamo uno dei contributi elaborati dai/dalle Giovani Comunisti/e e approvati nella 2a Assemblea Nazionale del movimento Fridays For Future Italia. Intervento di Francesca Falcini (coordinamento nazionale GC).


All’interno del movimento FFF e in qualunque altro spazio politico è necessario combattere dal basso tramite delle pratiche paritarie, per permettere l’espressione democratica di tutte e tutti affinché si vivano luoghi esenti da maschilismo, machismo ed ogni forma di oppressione ancora presente ma molto spesso invisibilizzata. È necessario portare avanti un’analisi intersezionale per leggere la società attraverso l’alleanza tra tutte le lotte che sono tra loro interconnesse in modo sistemico contro ogni forma di oppressione: dell’uomo sulla natura, sfruttamento dell’uomo sull’uomo, abilismo, gerarchie etniche, dell’uomo sulla donna e di tutte le soggettività non eternonormate.

È necessario esplicitare a tutte e tutti la connessione tra lotta ambientale e femminista che ha come terreno di lotta quello della vita, della riproduzione sociale: come il capitalismo sfrutta lavoratrici e lavoratori per distruggere la natura, sfrutta doppiamente le donne per il loro lavoro di cura che non viene loro riconosciuto economicamente. Vorremmo spiegare queste interconnessioni anche sul piano storico: così come l’uomo primitivo cacciatore ha sviluppato una logica propietaria sulla natura, detenendo quindi la ricchezza sociale e familiare – il cibo cacciato – ha iniziato a pensare alla sua donna come ad una proprietà di cui poter disporre. Produrre delle pratiche di partecipazione democratica significa creare dei modelli alternativi rispetto a quello dominante il cui soggetto fondante è l’ uomo cis bianco privilegiato: per questo è importante che ogni soggettivitá del movimento possa fare autocritica su se stessa e sui propri privilegi a vari livelli per prendere voce e al contempo dare spazio; verso un’autocritica che da personale diventi collettiva.

Se non introduciamo queste pratiche autoalimentiamo il modello dominante attuale che noi stess* combattiamo e il movimento a lungo andare fallirebbe perché non darebbe libera espressione a tutte, tutti e tutt*.

P.S. Al tavolo sulla giustizia climatica solo 14 portavoce su 53 erano donne.

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