Dopo la manifestazione del 6 dicembre, durante la quale centinaia di lavoratori e lavoratrici delle campagne hanno congiuntamente manifestato a Foggia e a Gioia Tauro chiedendo al governo documenti, case e contratti, la macchina repressiva dello Stato si è mossa per sedare e criminalizzare chi quel giorno solidarizzava con i lavoratori e le lavoratrici. Ai 12 fogli di via già emessi da Foggia, Sansevero e Manfredonia oggi si sommano altri due da Rosarno, Reggio Calabria, San Ferdinando e Gioia Tauro. Questa volta le dinamiche repressive sono ancora più esplicite: le compagne e i compagni vengono descritti come pregiudicati e accusati di essere un’associazione a delinquere. Inoltre da quanto emerge dai fogli di via si nota, ancora una volta, la volontà di ostacolare le lotte nelle campagne, di dare la responsabilità delle rivolte, in una visione assai paternalista e razzista delle cose, agli italiani solidali e allo stesso tempo sedare la rabbia di chi è costretto a condizioni di vita inaccettabili e che si ribella autonomamente e liberamente per cambiarle. Ma la lotta non si arresta, le condizioni di vita di chi vive e lavora nelle campagne italiane continuano ad essere disumane, nonostante la sanatoria presentata dal governo.
Ci uniamo alla campagna di raccolta fondi del Comitato Lavoratori delle Campagne per le spese legali dei e delle compagni/e colpiti dall’ondata repressiva. Per i dettagli sulla campagna potete consultare il sito di Campagne in Lotta: https://campagneinlotta.org/limmigrazione-non-e-un-crimine-la-solidarieta-non-e-un-reato/?fbclid=IwAR0wtQpXpqfxGPYSAih95iZUsRQg-Fj23FvdSuGdRANck3Qge1pJnCNbgAM