Durante la pandemia la – quasi – totalità della classe politica del Pianeta ha dato ascolto alla scienza per provare ad uscire dalla crisi pandemica, eppure continuano ad ignorare la Crisi Climatica, totalmente sordi alle continue urla di dolore del Pianeta.
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Purtroppo niente è sotto controllo e la pandemia ha mostrato ancora di più come la crisi climatica dipenda dal modo di produzione della nostra società. Vi ricordate come erano tornate limpide le acque del fiume Sarno tra marzo e aprile?
Il Mediterraneo ha un hot spot climatico con medie di surriscaldamento ben superiori alla già preoccupante tendenza mondiale, accumula un’enorme quantità di energia, che combinata con i venti freddi autunnali provenienti da Nord pone le basi per disastri sempre più devastanti.
Dobbiamo farci sentire, sfruttare l’occasione della crisi pandemica per ripensare la nostra produzione, indirizzarla verso modi di produzioni non impattanti e facendo scegliere direttamente ai territori come e cosa produrre. Ora o mai più.
Se non ci fermiamo, se non invertiamo la rotta, siamo destinati a portare il pianeta diritti verso il caos.