Il 16 febbraio, il cantante rap Pablo Hasél è stato arrestato dalla polizia a Lleida, in Catalogna. Si è rinchiuso nell’università di quella città con molte persone che gli davano il loro sostegno. La polizia è comunque entrata e lui è stato arrestato e mandato in prigione. La giustizia lo ha condannato per una canzone contro la monarchia spagnola e 64 tweet che ha pubblicato tra gli anni 2014 e 2016. Nel 2018, Hasél ha ricevuto una condanna a due anni di reclusione e una multa di quasi 30.000 euro dopo la sentenza del più alto tribunale penale spagnolo che ha stabilito che i suoi testi e commenti andavano oltre i limiti della libertà di parola e venivano considerati espressioni di “odio e attacchi all’onore”. Hasél aveva definito l’ex re spagnolo Juan Carlos un “tiranno ubriaco”. La Corte ha affermato che rappresentano “un attacco diretto e personale alla Casa Reale e ai suoi membri in modo spietato”. Insultare la monarchia è considerato un crimine in Spagna. Il tribunale ha anche ritenuto che Hasél avesse elogiato i gruppi terroristici e ha osservato che aveva definito “assassini” la polizia nazionale. Alcuni mesi fa, su proposta di Esquerra Republicana, alcuni partiti hanno tentato di depenalizzare il reato di vilipendio alla monarchia, insieme all’abbattimento della “Legge Gag”, che persegue la libertà di parola, senza successo per il voto contrario del PSOE. Ora la coalizione di Izquierda Unida e Podemos chiede che le offese alla monarchia siano depenalizzate dal Congresso spagnolo, e chiede anche che Pablo Hasél sia assolto.
Questo attacco alla libertà di espressione non è il primo, poiché attualmente la Spagna ha 14 artisti imprigionati e uno in esilio: Valtonyc, che è a Bruxelles, sapendo che se mai tornerà, la prigione lo attende. Anche il suo crimine è stato cantare contro la monarchia. Ciò accade mentre i neonazisti sono stati autorizzati a marciare per le strade di Madrid il 13 febbraio, commemorando la Division Azul, un’unità di volontari della Spagna franchista che è stata inviata in Germania per sostenere i nazisti. Durante il discorso sono state ascoltate affermazioni come “gli ebrei sono il nemico”. Questa è, ancora una volta, la prova che lo Stato opera in modo parziale, consentendo manifestazioni di estrema destra mentre incarcerano i cantanti per le loro opinioni.
È particolarmente ironico che alcune persone siano rimaste inorridite quando il vicepresidente Pablo Iglesias, di Unidas Podemos, ha dichiarato che ci sono irregolarità nella democrazia spagnola, dato che un uomo sta andando in prigione per aver inviato tweet e per aver criticato la monarchia nelle sue canzoni, mentre i neonazisti sono ammessi marciare per le strade ed esprimere ad alta voce idee fasciste e antisemite. La libertà di parola è un diritto che deve essere garantito e gli attacchi contro di essa non possono essere tollerati, soprattutto quando provengono dallo stesso Stato che presumibilmente lo protegge. Attualmente, vediamo come il fascismo sia sempre più consentito in Spagna e come sia rappresentato da un partito, il VOX, che sta attualmente crescendo nel paese. Questo è un chiaro attacco alla democrazia e un problema contro il quale dobbiamo lottare senza esitazione.
Appello promosso da Jovent Republicà (Catalogna) e Jovenes Izquierda Unida (Spagna) e sottoscritto da Socialistisk Ungdomsfront (Danimarca), Unione degli Studenti Comunisti (Francia), Die Linke.SDS e Linksjugend Solid (Germania), Neolaia (Grecia), Ogra Sinn Fein (Irlanda), Giovani Comunisti/e (Italia), Sosialistisk Ungdom (Norvegia), Mlodzi Razem (Polonia), Commissione Giovanile del Partito Comunista di Boemia e Moravia (Republica Ceca).