Lo scorso 6 febbraio un terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito Turchia e Siria causando migliaia di vittime e un ingente numero di feriti e sfollati. Nell’esprimere la nostra solidarietà ai popoli colpiti da questa sciagura, vogliamo unirci alla dichiarazione della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica: “Di fronte a questa catastrofe naturale, dobbiamo denunciare che le sofferenze causate non sono solo dovute a cause naturali, ma amplificate dal capitalismo nella sua fase imperialista. Le sofferenze sono aumentate a causa dell’ingerenza imperialista, delle aggressioni, delle sanzioni e delle guerre. Nel caso della Siria, denunciamo che l’alto numero di vittime è dovuto essenzialmente all’ingerenza imperialista. Di fronte a una catastrofe come questa, le sanzioni continuano a essere mantenute, impedendo loro di ricevere aiuti, materiale sanitario e altre risorse fondamentali.
Ecco perché, oggi più che mai, è urgente porre fine alle sanzioni delle forze imperialiste (in particolare il Caesar Act degli USA) contro la Siria. Di fronte a una simile catastrofe, solo il popolo può salvare il popolo. Per questo vogliamo salutare le esperienze di autorganizzazione popolare che stanno emergendo in Turchia, Siria e nel mondo per far fronte alle conseguenze del terremoto: fornire assistenza medica, organizzare reti di sostegno, aiutare a salvare vite, inviare aiuti a livello internazionale , e così via. Salutiamo i nostri compagni nei paesi colpiti, così come nel resto del mondo, che stanno mostrando la loro solidarietà internazionalista contribuendo militarmente a superare questa catastrofe.
In questa situazione in cui si vede chiaramente come questo sistema crudele moltiplichi la sofferenza dei giovani e delle persone del mondo di fronte a una catastrofe naturale, chiediamo ai giovani di raddoppiare la loro solidarietà. Resistiamo alla barbarie imperialista, alle sue ingerenze, aggressioni, sanzioni e guerre che moltiplicano le sofferenze del popolo; lottiamo per un mondo libero dallo sfruttamento e da ogni tipo di oppressione”.