Martedì 29 agosto a Santiago del Cile con 79 anni è venuto a mancare Guillermo Teillier. Purtroppo, un nome che in Italia non dice molto ma che per la sinistra e il popolo cileno rappresenta tutt’altro che uno sconosciuto. Infatti, si tratta del presidente del Partito Comunista del Cile.
Per questo motivo ho ritenuto doveroso cercare di raccontare la sua vita, il suo percorso che inevitabilmente si intreccia con la storia del paese, e di come portò il partito alla posizione dove si trova oggi.
La sua partenza è una terribile perdita per tutti coloro che lottano ogni giorno per un mondo migliore, e diffondere la sua storia e contributo alle lotte rivoluzionarie è il mio modo di rendergli onore.
Guillermo Teillier nacque nel 43’ e trascorse i suoi primi anni nel freddo e umido sud del Cile, tra le città di Temuco e Valdivia. Ad appena tredici anni si unì alle Gioventù Comuniste e fu dirigente studentesco sia al liceo che all’università dove si laurea come insegnante. Diventato un militante di spicco, ricopre incarichi come segretario regionale della Gioventù e membro del suo Comitato Centrale.
Il tempo passa, arriva la “Unidad Popular” con Salvador Allende come presidente e Guillermo già nelle file del partito svolge numerose attività per appoggiare il governo e si presenta a 29 anni come candidato a deputato nelle elezioni di Marzo del 73’, nelle quali non entra in parlamento per tan solo mille voti ma con il suo risultato contribuì a che venissero eletti altri due candidati della “UP”.
I giorni di speranza e cambiamento finiscono di colpo quella fatidica mattina del 11 settembre 1973 con il tradimento delle forze armate e il conseguente bombardamento del palazzo di governo. Il colpo di stato portò con sé una lugubre notte che durò 17 anni, nei quali Guillermo fu protagonista nella lotta per la libertà. Teillier era diventato Segretario Regionale del Partito, e dopo il Golpe continuò a svolgere il suo incarico in clandestinità.
Nel giugno del 74’ mentre si trovava a Santiago per compiere compiti del partito, venne scoperto e arrestato dalla dittatura. Trascorse sei mesi completamente bendato nei sotterranei della accademia di guerra della forza aerea dove subì atroci e inumane torture. Dopodiché fu inviato a diversi campi di concentramento per un anno e mezzo.
Reduce di queste terribili esperienze, decide di non andare all’estero ma di rimanere in clandestinità nella missione di riarticolare il partito e di far fronte alla dittatura.
In questo modo, una volta dichiarata nel 1980 la “Politica di Ribellione Popolare delle Masse” diventa il capo della commissione militare del partito e dirige la resistenza armata. In questa veste, autorizza l’attentato al dittatore Augusto Pinochet nel 86’ che segna un punto di non ritorno nella lotta per la liberazione.
Arriviamo agli anni 90, nei quali finita la lotta armata e iniziata la transizione alla democrazia, comincia il duro percorso di sopravvivenza del partito e della lotta per il comunismo dopo la caduta del muro di Berlino e la fine della URSS. In questi anni Teillier si consolida come dirigente nazionale e prende l’incarico di tesoriere.
Poco dopo, nel 2002 viene eletto segretario generale insieme a Gladys Marin come prima presidente, ma nel 2005 dopo la prematura partenza di Marin a causa di un tumore cerebrale, diventa suo successore come presidente ricoprendo questa carica fino alla sua morte.
Erano tempi difficili per il PC, nei quali nonostante fosse molto presente nei movimenti sociali, aveva una scarsa rappresentanza nelle istituzioni limitata a una piccola presenza in consigli comunali, per colpa anche di una legge elettorale antidemocratica che lasciava le minoranze fuori dal parlamento.
Nel 2009 inizia la svolta: Dopo 36 anni il partito comunista tornava in parlamento con 3 deputati tra i quali il proprio Teillier, grazie a un accordo con la centro sinistra chiamato “patto di omissione” che consisteva nell’astenersi di presentare candidati in quasi tutto il territorio tranne in alcune circoscrizioni dove la centro sinistra non si presentò.
Questo patto ai tempi significò non pochi scontri nel mondo sociale e fu molto criticato dalle altre forze di sinistra extraparlamentare che vedevano in Teillier un venduto e un traditore. Nello stesso modo fu duramente criticato dalla destra, che distorcendo la realtà rimproverava il fatto di fare accordi con un “terrorista”.
Nonostante ciò, questo patto permise di gettare le basi e aprire la strada per il conseguimento di grandi vittorie sia per il partito come per le forze di trasformazione.
Infatti, nelle elezioni seguenti del 2013 grazie alla guida e alla volontà di Teillier si mise in piedi la “Nueva Mayoria”, una alleanza progressista e di centro molto amplia con un programma di governo che comprendeva per la prima volta rivendicazioni sociali importanti volute per tanti anni e mai soddisfatte. La candidata della coalizione, Michelle Bachelet vinse le elezioni, il partito comunista tornò al governo per la prima volta dai tempi di Allende con due ministri, raddoppia il numero di deputati e si portarono avanti iniziative come la riforma al sistema scolastico, la gratuità per gli studi universitari, la creazione del “Ministero della Donna e della Uguaglianza di Genere”, il primo tentativo di una nuova costituzione e una nuova legge elettorale giusta e proporzionale.
La storia non finisce qua, infatti, dopo il governo di Bachelet e il ritorno della destra , si cominciò un percorso di unità fortemente voluto da Guillermo, insieme ad alte forze di sinistra che erano state per anni avversarie che portò alla creazione di una nuova alleanza con un carattere progressista e di sinistra molto più marcato che non includeva i partiti di centro chiamata “Apruebo Dignidad”. Allenza che è stata capace di sconfiggere la destra e arrivare al governo con Gabriel Boric nel 2021.
Di pari passo a queste esperienze il PC ottiene risultati elettorali sempre migliori fino ad arrivare ad oggi, dov’è diventato il partito più grande del paese con il numero più alto di iscritti, con diversi rappresentanti nei comuni e le regioni e con il gruppo parlamentare più numeroso tra i partiti di sinistra.
Come vedete ci ha lasciato non solo un dirigente di un partito, non solo un partigiano coraggioso che combatté contro la dittatura rischiando la vita, non solo a un gran politico e mediatore che fece di tutto per la ricerca dell’unità delle forze di cambiamento. Ci ha lasciati uno dei personaggi più importanti della storia recente del nostro paese, con una coerenza e lealtà uniche al popolo, alle lotte per la giustizia sociale e alla democrazia. Non a caso si decretarono due giorni di lutto nazionale, con migliaia di persone portando i loro rispetti alla sua camera ardente e partecipando in un grande corteo per accompagnarlo nel suo ultimo addio.
Ci lascia un uomo umile e riservato che al posto di concentrare il potere e l’attenzione sulla sua persona, aprì le porte ai giovani e alle donne, facendo grandi sforzi per il rinnovamento del partito e per combattere il maschilismo tra i compagni.
Ci lascia un uomo con una agilità strategica eccezionale che non si soffermava in dogmatismi e piccolezze, bensì guidava il partito analizzando ogni contesto in maniera diversa, capace di passare dalla lotta armata alla lotta elettorale a seconda delle necessità del momento.
Tutto questo senza mai dimenticare l’utopia e andando avanti per conseguire l’obbiettivo finale: il socialismo e il comunismo in Cile e nel mondo intero.
HONOR Y GLORIA!
COMPAÑERO GUILLERMO TEILLIER, PRESENTE!
AHORA Y SIEMPRE!
Lautaro Castro,
militante del Partito Comunista del Cile,
01/09/2023, Roma.