Sabato 7 ottobre si terrà la manifestazione indetta dalla CGIL, dal titolo evocativo “La Via Maestra”. La piattaforma contiene una serie di rivendicazioni, che vanno dal lavoro alla pace, passando per temi centrali nel dibattito pubblico quali fisco e pensioni, senza dimenticare le politiche industriali, lo stato sociale ed i giovani. In buona sostanza, il sindacato di Landini prova a fare la voce grossa, proprio mentre il governo, con l’approvazione della Nadef, si prepara a portare in parlamento una manovra che dovrà fare i conti con un deficit ancora lontano dai parametri europei, non solo quelli di Maastricht ma anche quelli temporaneamente rivisti post pandemia, e che quindi si prospetta ben poco espansiva, soprattutto tenendo conto del fatto che il quadro programmatico prevede una riduzione del rapporto deficit/pil di un punto per l’anno prossimo (dal 5,3% al 4,3%), per scendere ancora nel 2025 fino al 2,9% del 2026. C’è tutta l’aria di lacrime e sangue, a cui la CGIL, come detto, proverà a rispondere portando le questioni sociali in piazza, facendo leva, è questa la speranza a Corso d’Italia, su numeri in grado di impressionare l’asse Meloni-Giorgetti.
In questo contesto di profonde difficoltà per l’economia italiana, che al di là dei freddi numeri espressi dall’Istat vede l’inflazione ancora mordere salari e pensioni, la benzina alle stelle ed un tasso di disoccupazione tutt’altro che contenuto, i/le Giovani Comunisti/e ritengono di importanza primaria la partecipazione, con le nostre posizioni , alla manifestazione del 7 Ottobre. A partire naturalmente dalla questione salariale, poichè i/le giovani, lungi dal costituire una categoria avulsa dalla realtà sociale, rappresentano quel pezzo di paese sottoposto, più di altri, a sfruttamento e paghe miserabili, e per i quali il salario minimo si traduce, sic et simpliciter, nella linea Maginot che separa la possibilità anche solo di pensare al futuro da un destino di povertà. Proprio sul salario minimo il nostro partito è stato impegnato, e lo è tuttora, nelle strade di tutta Italia, per una raccolta firme coraggiosa, finalizzata a rilanciare un tema che per ora è stato solo timidamente sbandierato dalle opposizioni, per altro con contenuti che lasciano in campo molti nodi irrisolti. Questione salariale, dunque, che leghiamo all’urgenza di lottare per condizioni lavorative eque per tuttə, proprio alla vigilia di rinnovi importanti di molti CCNL, tra cui quello dei metalmeccanici, previsto per l’anno prossimo; troppe persone, in Italia, lavorano senza diritti nè tutele, esposti alla mercè di una classe imprenditoriale composta perlopiù da straccioni, per i quali l’abolizione del Rdc ha rappresentato solo l’occasione per tornare ad offrire stipendi da fame, ma non certo per rilanciare l’occupazione nel nostro paese.
A fronte di tale immobilismo padronale, spetta allo Stato, quindi, porsi il problema del rilancio di politiche del lavoro ambizione; un auspicio, il nostro, che si scontra tuttavia con la volontà, annunciata da Giorgetti, di procedere ad ulteriori pacchetti di privatizzazioni, in perfetta continuità con i governi che si sono succeduti negli ultimi 30 anni. La nostra opposizione a siffatte politiche economiche non può che essere inflessibile. Sottolineiamo inoltre la necessità di riconquistare il diritto universale alla salute. Questo governo continua a liberalizzare le cure sanitarie preferendo il supporto alle cliniche private rispetto agli ospedali statali. Evidenziamo la necessità di maggiori tutele e aumenti salariali per tuttə gli/le operatori/operatrici socio-sanitari. Non dimentichiamo, infine, l’importanza di pensare ed attuare una vera transizione ecologica, nell’urgenza imposta da un cambiamento climatico che, curiosamente, non tiene conto delle opinioni di chi si sbraccia per negarne esistenza ed effetti. Su questi e su altri temi abbiamo idee chiare, ed invitiamo tutti coloro che la pensano come noi a scendere in campo al nostro fianco. Sappiamo come la CGIL in questi anni abbia fatto poco per difendere le questioni che abbiamo evidenziato, ma la pressione dei milioni di giovani e di lavoratori/lavoratrici può costringere la burocrazia sindacale ad assumere posizioni più coraggiose e radicali anche nel sostegno alle vertenze dei lavoratori e delle lavorazioni come nei casi GKN, Mondo Convenienza, Magneti Marelli e Contact Networks.
Noi ci crediamo e daremo tutto il nostro contributo affinchè il 7 rappresenti il primo passo di una stagione di lotte e di vittorie.
Dipartimento nazionale lavoro Giovani Comunisti/e