È importante chiarire il modus operandi degli jihadisti in merito agli insediamenti e alla costruzione di bunker, nonché le funzioni delle milizie coinvolte.
Stiamo assistendo alla diffusione di informazioni, da parte dell’intelligence israeliana, riguardanti una rappresentazione grafica dei bunker e dei tunnel situati sotto edifici adibiti all’uso quotidiano ed utilizzati dalla popolazione civile a Gaza, con particolare attenzione agli ospedali, i quali verrebbero direttamente utilizzati da milizie affiliate a Hamas.
Teoricamente parlando l’elaborazione di tali informazioni è un processo altamente restrittivo che richiede molti anni di lavoro per decifrare la disposizione di tali postazioni. La decisione di rendere pubbliche queste false informazioni in questo momento anziché (se fossero state veritiere) prima dell’attacco del 7 ottobre è una chiara propaganda per giustificare futuri attacchi su edifici sanitari.
Hamas (come le altre organizzazioni jihadistiche) considera strategicamente svantaggioso collocare le sue sedi in prossimità di aree residenziali, a causa della potenziale esposizione di tali luoghi a individui impegnati nella cooperazione con Israele, con il rischio di rivelarne la posizione.
Le precise ubicazioni dei tunnel di resistenza rimangono segrete e in gran parte nascoste. I tunnel sono discretamente distribuiti in diverse località, con un’enfasi prevalente sulle zone di confine, in quanto questi tunnel sono principalmente orientati a scopi difensivi ed operativi per le politiche jihadiste. Nel contesto della difesa, dare priorità alle aree di confine rispetto ai centri urbani è considerato un approccio più strategico.
Bisogna anche sottolineare come gli ospedali necessitino di spazi sotterranei dedicati all’installazione di impianti di approvvigionamento, quali quelli elettrici, sistemi di approvvigionamento idrico e infrastrutture tecnologiche di supporto alle procedure mediche, rendendo così logisticamente impossibile insediamento di un bunker.