Documento politico approvato dal Coordinamento Nazionale dei/delle Giovani Comunisti/e il 23 dicembre 2023
A 5 mesi dalla nostra VII Conferenza i Giovani Comunisti/e hanno riacquistato una capacità di intervento e militanza a livello nazionale. Il successo di partecipazione e militanza che abbiamo avuto alla Festa nazionale del Partito, alla piazza del 7 Ottobre convocata dalla CGIL e all’evento nazionale sulla questione patriarcale svoltosi a Roma il 26 Novembre scorso, attestano una rinnovata voglia di militanza e di ricerca di una elaborazione politica, che sempre più manca nel quadro politico nazionale. Il percorso però presenta ovviamente le sue difficoltà e solo attraverso una maggior coesione si potrà
superare gli ostacoli che la realtà politica ci mette davanti. Il partito, e dunque la sua giovanile, sta attraversando una fase di parcellizzazione e di “chiusura nei circoli” che nel lungo andare può risultare deleteria, soprattutto per quanto riguarda l’incisività e la risonanza mediatica a livello nazionale.
La compartimentazione stagna delle federazioni e la mancanza di collaborazione con le federazioni vicine, in un clima di aiuto e sussidiarietà, ha creato una situazione complessa e una mancanza di agire politico univoco. Recuperare dunque anche un sentimento di comunità diviene fondamentale al fine di migliorare il nostro agire. Vi sono moltissimi temi per i quali una collaborazione non solo “geografica” ma anche riguardante una messa in comune delle competenze è fondamentale. Ciò è rappresentato in buona parte dall’attività dei dipartimenti nazionali, i quali raggruppando var* compagn* hanno il compito di essere motore dell’attività non solo pratica ma anche politica della giovanile.
La VII Conferenza, nella sua unitarietà, ha adottato dunque uno strumento fondamentale per contrastare questo fenomeno parcellizzante che ingessa le attività della Giovanile: le assemblee ed i coordinamenti regionali.
L’importanza strategica di questi organismi si rivela ancora più forte nella fase sopra descritte. Rimodulare i metodi di azione diviene dunque imperativo. Il CN dunque deve riaffermare la centralità politica di questo organismo ed impegnarsi affinché in tutte le Regioni (ove sia possibile) vengano attuati, così come da dettato della VII Conferenza.
L’organizzazione, la base della nostra azione.
I comunist* sono noti per la grande cura che hanno nell’organizzazione del proprio partito. Da Lenin a Gramsci passando per Togliatti, tanti sono gli esempi di questo impegno. Ad oggi i Giovani Comunisti/e stanno iniziando una fase di ripresa dell’organizzazione interna, che possa dare corpo alle nostre posizioni politiche e possa aumentare la forza dei Giovani Comunisti/e. Ciò si estrinseca nei modi più vari: da una maggior cura del tesseramento ad una mappatura degl* iscritt* ad una campagna di tesseramento di ampio respiro che porti i Giovani Comunisti/e a “bucare la bolla”.
Bucare la bolla e sovvertire la narrazione, la nostra battaglia.
Ad oggi la nostra giovanile raramente riesce a bucare la bolla mediatica ed avere una visibilità che vada oltre i propri iscritti e simpatizzanti. Ciò per esempio è accaduto con la vicenda della mancata partecipazione di Zerocalcare al Lucca Comics and Games dove, come Partito e Giovani Comunisti/e, siamo riusciti a far arrivare alla massa le nostre parole. Questo però non basta, la nostra azione deve essere volta a superare i confini che ci circondano e ritornare ad essere un’organizzazione percepita nei luoghi di studio, di lavoro e di aggregazione. Questo si estrinseca grazie ad un lavoro capillare di azione sul territorio ma anche di presenza sui social, che necessariamente devono essere utilizzati, e tramite comunicati stampa. Va sfruttata la visibilità e la copertura che media locali (giornali e televisioni privati) offrono sulle questioni legate al territorio. Molte volte, proprio perché privati, questi strumenti sono esenti dall’ostracismo verso il comunismo che caratterizza i media nazionali. Per riuscire, quindi, a divenire punto di riferimento per i giornalisti locali deve essere incrementato il lavoro che le federazioni fanno. I media locali, proprio perché locali, sono molto più propensi a trattare tematiche del luogo e tendono a non rilanciare le tematiche di respiro nazionale.
Vanno posti, quindi, due obiettivi:
– nel medio termine sviluppare, nelle varie federazioni, una capacità di approfondimento e analisi delle questioni locali.
– nel lungo termine la mappatura della presenza dei Giovani Comunisti/e nei ruoli di rappresentanza nelle scuole e nelle università per riuscire, in un secondo momento, a impostare una campagna di candidature in ogni federazione per portare i Giovani Comunisti/e ad essere punto di riferimento anche e soprattutto delle problematiche locali per gli studenti e le studentesse.
Sovvertire la narrazione neoliberista che ci circonda e creare uno spazio di controinformazione risulta per noi fondamentale nel progetto di una rifondazione comunista. Sempre più grande si fa quindi la necessità di lavorare per sovvertire la narrazione corrente e per essere punto di riferimento per chi non ha intenzione di piegarsi al dominio liberista.
L’intersezionalità come riferimento per le nostre lotte.
Affinché la nostra giovanile possa crescere non dobbiamo solo rilanciare l’azione, la lotta e l’elaborazione teorica, ma anche guardare ai nostri problemi interni e risolverli, per rendere la pratica politica accessibile a tuttə. Per questo, dati i grandi problemi riscontrati sulla partecipazione femminile al partito, scarsa dal punto di vista numerico e oppressa da un latente sessismo, il Dipartimento di Genere ha redatto un protocollo anti-molestie interno, corredato da un documento politico; uno strumento che possa prevenire, assieme ad un lavoro di formazione e sensibilizzazione, le situazioni di oppressione e violenza verbale, psicologica e fisica e che possa sostenere le compagne vittime attraverso supporto emotivo e pratico all’interno dei processi di Garanzia. Per poter efficacemente lottare contro il patriarcato all’interno della società, dobbiamo in primis lottare contro le sue manifestazioni intestine alla nostra organizzazione.
Il Governo Meloni, ossia di come il fascismo sia il cane da guardia del liberismo:
Il Governo Meloni ha avuto innegabilmente un consenso popolare abbastanza ampio, in nome di una opposizione alle politiche liberiste “lacrime e sangue “di Mario Draghi. Ma l’attuale governo non si distanzia, se non a parole, dalle politiche portate avanti dal precedente. Un’agenda europeista, liberale, fortemente ancorata al blocco atlantico. Questi aggettivi potrebbero essere usati sia per il governo Draghi che per il governo Meloni. Per fare solamente un esempio recentissimo: il taglio delle risorse a scuola ed Università per finanziare il progetto razzista dei CPR in Albania. Il governo Meloni, per mero scopo elettorale ed identitario, ha utilizzato 57 milioni di euro, destinati precedentemente a scuola ed università, per integrare i finanziamenti per l’apertura dei centri per migranti in Albania. Ciò risulta sintomatico delle priorità poste in campo dall’attuale Governo, non l’aiuto ai più deboli ma la persecuzione di persone che scappano da fame e conflitti. Fondamentale poi è il tema della pace, il quale sembra essere stato abbandonato anche dalla sinistra di cosiddetta “opposizione parlamentare”. Dunque il contrasto al Governo Meloni non può prescindere dal contrasto delle politiche neoliberali, utilizzando quelle parole che sempre sono state parte del nostro linguaggio. L’antifascismo, oggi come 100 anni fa, si interseca con l’antiliberismo e solo unendo queste due categorie potremo sviluppare un’azione ed un’idea efficace.
Per un 2024 di lotte
Il 2024 dei Giovani Comunisti/e dovrà essere un anno di avanzamento sia organizzativo che sociale. La nostra partecipazione alle lotte più avanzate è dunque fondamentale per perseguire gli obiettivi sopra citati. Radicamento territoriale e sociale devono andare dunque di pari passo, rendendo la giovanile
permeabile alle istanze locali e nazionali e facendola divenire non solo aiuto ma anche motore delle lotte. Concludiamo citando il punto più avanzato della lotta di classe in Italia attualmente ossia la lotta degli* opera* della (ex) GKN. Come Giovani Comunisti/e dovremo essere ancora più impegnati a prestare loro il nostro sostegno; nel 2024 arriverà il periodo più duro, arriveranno i licenziamenti definitivi. Ebbene noi dobbiamo essere assieme agl* opera* sulle barricate, per difendere uno dei rarissimi esempi italiani di autogestione dei lavoratori e delle lavoratrici. INSORGIAMO!
L’esecutivo nazionale dei Giovani Comunisti/e
Approvato all’unanimità.