Pubblichiamo qui due comunicati riguardanti l’incresciosa vicenda che si è svolta qualche giorno fa a Cetraro dove nello stesso giorno si sono svolti una proiezione di un documentario sulla figura di Giannino Losardo, millitante del PCI ucciso dalla ‘ndrangheta, e l’esibizione di un cantante neomelodico vicino agli ambienti della ‘ndrangheta.
A Cetraro, paese sulla costa cosentina, si sono tenuti due eventi nello stesso giorno: da una parte la proiezione del docufilm su Giovanni Losardo, esponente di spicco del PCI locale e ucciso dalla ‘Ndrangheta nel 1980; dall’altra la terza edizione di una festa cittadina. A quest’ultima si è esibito Salvatore Benincasa, cantante neomelodico, già indagato in passato in un’inchiesta su traffico di armi e altri reati su scala internazionale riguardanti la cosca del suo paese ,Rocca di Neto, e autore di testi come “Figghiolu i ‘Ndranghita”, “Latitanti” e “Pe’ i carcerati” È assurdo che nel giorno del ricordo di un compagno che ha combattuto per ripulire la sua terra dalla “montagna di merda” e che ha pagato con la vita, si sia esibito un personaggio che promuove nei suoi testi la cultura mafiosa, spacciandola volgarmente e codardamente per cultura popolare, ponendo sullo stesso piano brigantaggio (lotta di liberazione dall’oppressione) e mafia (lotta per l’oppressione). E non è il primo caso. Già altri personaggi del mondo folk/neomelodico ,come Niko Pandetta o Teresa Merante hanno destato scalpore per i loro testi ancora più marcatamente inneggianti alla mafia (il primo ha dedicato una canzone allo zio, boss locale e la seconda inneggia Totò Riina). Questi fatti sono un campanello d’allarme e meritano una seria riflessione su come la cultura, in questo caso la musica, possano essere un’arma per veicolare messaggi nocivi per la società. Stare zitti e lasciar passar in sordina significa dare in pasto il mondo della cultura e i giovani che se ne cibano in mano alle mafie, le quali sono sempre più aggiornate e che diffondono ovunque ,in maniera astuta e sottile, i loro messaggi criminali. Come Giovani Comunisti/e noi rimaniamo svegli e dalla parte del Meridione e dei valori contro la parte volutamente dormiente, omertosa e dei disvalori. Chiediamo più attenzione dalle autorità competenti e programmi educativi nelle scuole per prevenire il cancro mafioso. Non devono passare! Non passeranno! Viva l’Antimafia!
Gruppo di Lavoro Antimafia Giovani Comunisti/e