Il diritto di sciopero sotto attacco: la protesta dei trasporti contro il governo Salvini

A soli 3 giorni dal successo dello sciopero nazionale proclamato da sindacati confederali e di base dopo l’ennesima aggressione ai danni di un capotreno in Liguria, un altro sciopero dei trasporti ha registrato un’enorme adesione in ogni parte d’Italia.
Si tratta dello sciopero di 24 ore senza fasce di garanzia (servizi essenziali esclusi) proclamato dai sindacati di categoria per quest’oggi, 8 novembre, per protestare contro il mancato rinnovo del contratto scaduto il 31 dicembre 2023, i tagli alle risorse e la mancanza di politiche di programmazione che non permette la soddisfazione delle esigenze di lavoratori e utenti.
Nonostante i lavoratori dei trasporti abbiano per l’ennesima volta dimostrato di non piegare la testa di fronte alle pessime condizioni di lavoro che vengono loro imposte e alla mancata tutela della propria sicurezza, non hanno ricevuto le risposte che cercavano dal ministro Salvini, il quale ha dimostrato per l’ennesima volta la sua insofferenza per il diritto di sciopero e chi lo esercita affermando che sarà l’ultimo sciopero di questo genere.
Condanniamo quest’arroganza e indifferenza che il ministro continua a manifestare nei confronti dei problemi dei lavoratori di sua competenza, oltre che i suoi attacchi al diritto di sciopero degni del regime fascista, certi che i lavoratori dei trasporti continueranno a non farsi intimidire e a lottare per far valere i loro diritti.

Se Salvini ci tiene tanto a non creare disagi ai pendolari smetta di reprimere gli scioperi e ascolti le rivendicazioni dei lavoratori!

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